Del leggendario esercito formato da 30mila giubbe verdi oggi ne sono rimaste circa tremila ma sono distribuite a macchia di leopardo. E alcune macchie sono belle grandi, come ad Acri dove ce ne sono quanto in tutta la provincia di Crotone. Mandarli in missione in altri territori costerebbe troppo. Ecco la mappa comune per comune
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Ha una struttura a macchia di leopardo la pianta organica di Calabria Verde, società in house della Regione Calabria che si occupa di tutela e difesa del patrimonio forestale. Gli operai insistono, infatti, sul territorio regionale assecondando una distribuzione assai disomogenea, come conseguenza di scelte passate ma che continuano a pesare sull’ente condizionandone ancora oggi l’operatività.
Calabria Verde
Nata nel 2013 avocando le funzioni precedentemente svolte da Afor e dalle comunità montane, Calabria Verde ha assorbito pure il personale assottigliatosi nel corso degli anni per effetto dei pensionamenti ma senza riuscire ancora a prosciugare o a razionalizzare quei bacini dove si concentra il maggior numero di operai idraulico forestali.
I leggendari trentamila
Sono ormai lontani i tempi dei leggendari trentamila forestali calabresi, adesso la forza lavoro si è ridotta a poco più di un decimo. A parere di molti insufficienti ad assolvere alle funzioni di cura e manutenzione del territorio, probabilmente più a causa di una distribuzione disfunzionale degli operai che non per i numeri in sé.
Distribuzione disfunzionale
Da un report stilato dalla Regione Calabria, e aggiornato a dicembre 2023, si evince infatti la presenza di concentrazioni massicce di operai in determinate aree geografiche, molte altre aree interne e montane, invece, del tutto scoperte, come conseguenza di operazioni “occupazionali” compiute nel passato ma con effetti perduranti nel tempo.
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Il cantiere di San Giovanni in Fiore
Per fornire la misura di questa sproporzione basti pensare che il cantiere di San Giovanni in Fiore conta la presenza di ben 414 operai forestali mentre quello che comprende i comuni di Castrovillari, San Basile, Saracena, Frascineto, San Donato di Ninea, San Sosti, Sant’Agata d’Esaro, Fagnano Castello e San Marco Argentano ne conta solo 22.
A Cosenza
Restando nella provincia di Cosenza, 25 operai sono assegnati al cantiere che include Cerchiara, San Lorenzo Bellizzi, Plataci, Alessandria del Carretto, Castroregio, Oriolo, Canna, Nocara; 20 a Domanico, Grimaldi, Altilia, Malito, Paterno Calabro, Scigliano, Colosimi, Parenti, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Piane Crati Bianchi. E così via.
Crotone e Catanzaro
L’intera provincia di Crotone può contare su un numero di operai forestali – 131 distribuiti in tre cantieri - pari a quanti ce ne sono ad Acri. Stesso discorso vale per la provincia di Catanzaro: 130 distribuiti nei cinque cantieri. Ad esempio, 58 se ne contano tra Zagarise, Sersale, Cerva e Petronà e 43 nel cantiere che comprende Taverna, Sorbo San Basile, Albi, Magisano, Pentone, Fossato Serralta, Catanzaro, Lamezia Terme, Tiriolo e Nocera Terinese.
La top five
Nella top five si piazza sul gradino più alto del podio senza ombra di dubbio San Giovanni in Fiore con 414 operai, immediatamente alle spalle il cantiere di San Luca, Bovalino, Benestare, Careri e Platì che ne conta 316, poi c’è Africo, Staiti e Ferruzzano con 244 operai idraulico forestali, il cantiere di Mongiana, Fabrizia e Nardodipace con 219 contro i 28, ad esempio, del cantiere di Serra San Bruno, Spadola, Cardinale, Brognaturo, Pizzoni, San Vito sullo Ionio, Guardavalle e Badolato.
I bacini "occupazionali"
Nelle province di Cosenza e Reggio Calabria sono concentrati i bacini più consistenti creati nel secolo scorso, quando la necessità di svolgere attività di riforestazione era alta e la disoccupazione pure. Così nasce il fondo sollievo alla disoccupazione, attuato dalla Regione con risorse proprie per il finanziamento di progetti inizialmente gestiti dai Comuni, poi assorbiti da Afor e infine transitati in Calabria Verde, con tutto il personale. Un esempio tipico è il cantiere di San Giovanni in Fiore.
Leggi speciali
Oltre ad una serie di leggi speciali finalizzate al rimboschimento della Calabria che hanno gonfiato sacche di precari, successivamente stabilizzate e inquadrate negli enti strumentali della Regione. Per prosciugarli definitivamente bisognerà ancora attendere, almeno il raggiungimento dell’età della pensione, dal momento che un’operazione di riorganizzazione è ritenuta troppo onerosa dall’ente che prevede rimborsi chilometrici per il raggiungimento dei cantieri. Spostamenti delle squadre sì, ma entro un raggio limitato d'azione.