21 anni, tanto è trascorso da quel tragico 10 settembre del 2000 quando una violenta alluvione spazzò via il camping Le Giare a Soverato provocando la morte di 13 persone. Il corpo di una di queste non venne mai ritrovato. Lo straripamento del torrente Beltrame non lasciò scampo ai disabili e ai volontari dell'Unitalsi di Catanzaro che si trovavano lì insieme a per il consueto campo estivo.

La strage del camping Le giare

Tra questi c'era anche Franca Morelli, mamma di Simona Miriello, che come altri familiari delle vittime, forze dell'ordine e volontari, ogni anno torna in quello stesso luogo in occasione della commemorazione organizzata dall'amministrazione comunale. «Mia mamma era una veterana dell'Unitalsi – racconta commossa Simona – si dedicava da sempre al volontariato, era una donna molto umile. Si dice che col tempo certe ferite si rimarginano ma questa è una ferita che non si rimarginerà mai. Lei ripeteva che quando ci viene fatto del male non bisogna ripagare con il male ma abbracciare il proprio dolore e andare avanti con il sorriso. E lei il sorriso non lo perdeva mai».

La cerimonia a Soverato

Una cerimonia sobria nel rispetto del dolore delle famiglie e di chi non c'è più, nel corso della quale il parroco della città ionica don Alfonso Napolitano ha espresso parole di conforto nel ricordo di Franca, Mario, Ida, Serafina, Raffaele, Paola, Iolanda, Giuseppina, Rosario, Antonio, Salvatore, Concetta e Vinicio. Mentre il sindaco Ernesto Alecci ha posto l'accento sulla necessità di prestare maggiore attenzione alla cura del territorio per evitare il ripetersi di simili tragedie: «Io lo dico ogni anno, questa è una ferita che non vogliamo che si chiuda ma che deve continuare a bruciare sulla nostra pelle perchè deve essere un monito anche per le future generazioni per volere più bene al nostro territorio. Purtroppo la preoccupazione è anche quest'anno legata al clima che è impazzito, quasi tropicale, in più purtroppo abbiamo il problema degli incendi che hanno devastato la nostra regione durante la stagione estiva e che attraverso la cenere hanno reso impermeabile il territorio montano. Tutto ciò si traduce poi in una cascata d'acqua maggiore nel periodo delle piogge che scivolerà velocemente a valle quindi verso i comuni che sono sul mare. Quindi maggiore attenzione, maggiore pulizia dei fossi per la raccolta delle acque. È un'attività che deve essere svolta in collaborazione con la Regione Calabria e col Governo centrale che deve mettere sempre più risorse per la tutela del territorio e quindi per mettere in protezione tanti comuni che altrimenti in autunno e in inverno rischiano gravi conseguenze dalle piogge».

La pulizia dei canali e tombini a Soverato

A Soverato intanto si sta lavorando al mantenimento della pulizia dei canali di raccolta delle acque, delle caditoie e dei tombini in città: «Un primo risultato già si è visto perchè la città sopporta bene le piogge. È chiaro che non è una soluzione e infatti abbiamo intercettato un finanziamento per oltre 5 milioni di euro e stiamo rifacendo il sistema di raccolta delle acque di tutta la città partendo a monte. Terminati questi lavori credo entro la prossima primavera, la città di Soverato sarà messa al sicuro da questo punto di vista. Si tratta di un'opera colossale fondamentale per la nostra città».