Simona Miriello conserva gelosamente nel suo portafogli una foto, è il volto bello di Franca Morelli, una donna altruista, una volontaria dell’Unitalsi ma soprattutto una mamma, la sua mamma. C’era anche lei 19 anni fa al campo estivo organizzato al camping le Giare a Soverato. Disabili, volontari, intere famiglie, stavano trascorrendo il loro ultimo giorno di vacanza quando la furia dell’acqua e una montagna di fango spazzarono via l’intero campeggio. L’esondazione del torrente Beltrame costò la vita a Franca, Mario, Ida, Serafina, Raffaele, Paola, Iolanda, Giuseppina, Rosario, Antonio, Salvatore e Concetta, Vinicio. Il corpo di quest’ultima vittima non venne mai ritrovato. Oggi Simona e Luca Caliò, fratello di Vinicio, hanno partecipato alla consueta cerimonia di commemorazione in ricordo delle 13 vittime di quella tragedia che ha lasciato ferite profonde.

Una ferita sempre aperta

«È una ferita sempre aperta nonostante siano passati 19 anni - racconta commossa Simona - Sembra sia passata un’eternità da quando mia madre non è più con me. Ricordo ancora quel giorno, quando appresi la notizia. Pensavo di trovarla viva e invece non è stato così. La ricordo sempre coma una donna umile, pronta ad aiutare gli altri nonostante le sue difficoltà. Era una grande donna e una madre esemplare. Adesso che sono mamma anche io, capisco cosa vuol dire vivere senza una mamma». Una mamma andata via troppo presto e in modo inaccettabile e con lei tutti gli altri.

Tredici angeli

13 angeli ai quali l’amministrazione comunale ha voluto dedicare altrettante installazioni in acciaio corten. «L’amministrazione comunale aveva preso un impegno con i parenti delle vittime e in questi quattro anni ha voluto sempre di più valorizzare quest’area in memoria di ciò che è accaduto in quel maledetto 10 settembre 2000 – ha affermato il sindaco di Soverato Ernesto Alecci -. Quando ci siamo insediati, qui non c’era nulla se non erbaccia e sporcizia e un piccolo monumento in ferro voluto dalla dottoressa Chiaravalloti. Noi ogni anno stiamo facendo qualcosa in più. Quest’anno abbiamo pensato a queste opere d’arte in corten, è stata un’idea di due architetti, Tinello e Monteleone, realizzate da Francesco Matozzo.

Punire l'incivilità

«Oggi sono particolarmente amareggiato – ha poi aggiunto il primo cittadino - perché in questi giorni stiamo facendo la pulizia dei fossi per la raccolta delle acque e purtroppo proprio ieri gli operai mi hanno mandato delle foto dalle quali si evince che alcune ditte edili vi hanno riversato all’interno del materiale andando ad ostruirli. L’ignoranza e la stupidità dell’uomo non ha mai fine e il ricordo di tragedie come questa dovrebbero essere un monito affinchè si possa vivere in una società più civile e attenta. Ciò non sta avvenendo e allora ho chiesto un maggiore sforzo alle forze dell’ordine perché non è più accettabile nel 2019 registrare dei segni di inciviltà che probabilmente sono quelli che hanno causato questa strage ben 19 anni fa».