C’è anche una donna di San Basile, nel cosentino, tra i testimoni che verranno sentiti i prossimi 24 e 25 settembre nell’aula bunker del Tribunale di Roma, nell’ambito del processo Condor che indaga sulle decine di desaparecidos di origini italiane che vennero fatte sparire in Argentina tra gli anni Settanta e Ottanta durante la dittatura di Vileda.
Si tratta di Maria Bellizzi, 91 anni, madre mai rassegnata di Andrés, nato in Uruguay e fatto sparire all’età di 25 anni. Più volte la sorella Silvia ha tentato di contattare il governatore Oliverio per cercare di avere tesa una mano nella causa che vede vittima non solo il fratello, ma anche una cinquantina di altri desaparecidos di origine calabrese. Sempre all’ex presidente della Provincia si rivolge anche Mario Occhinero, referente calabrese dell’associazione “24marzo onlus”, che lancia un appello: «La Regione abbracci la causa dei desaparecidos calabresi e sia parte attiva del processo di conservazione della memoria». A difendere le vittime all’interno del processo ci sono due avvocati calabresi: il catanzarese Arturo Salerni, ed Ernesto Magorno, attuale parlamentare e segretario regionale del Partito democratico. Magorno ha fatto parte anche del collegio difensivo del processo Esma, che vedeva fra le vittime un’altra paladina calabrese, Angela Maria Aieta, originaria di Fuscaldo, morta a 56 anni in un volo della morte, dopo mesi di torture e angherie.