Inchiesta Passepartout | Secondo la Procura di Catanzaro il commissario liquidatore della società pubblica che gestisce il sistema idrico calabrese avrebbe ottenuto la nomina grazie alla regia della crisi politica che portò alla caduta del sindaco di Cosenza nel 2016. Indagato anche l’ex presidente del Consiglio comunale Luca Morrone, al quale sarebbe stato promesso il ruolo di vicesindaco o un incarico alla Regione
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Avrebbe ottenuto la guida della Sorical in cambio della caduta della prima amministrazione Occhiuto. È quanto sostengono i magistrati, nell’avviso di conclusione indagini, su Luigi Incarnato, attuale commissario liquidatore della società pubblica controllata dalla Regione, che gestisce il servizio idrico calabrese.
Incarnato rientra tra i venti indagati dell’inchiesta Passepartout, che coinvolge anche il presidente Mario Oliverio e l’ex consigliere regionale Nicola Adamo. Sarebbero stati loro, secondo l’accusa, a promettere a Incarnato «un vantaggio patrimoniale rappresentato dalla possibilità di ricoprire incarichi pubblici e/o istituzionali, come prezzo della propria mediazione illecita verso i consiglieri comunali di Cosenza, in relazione al compimento da parte di questi ultimi di atti contrari ai loro doveri d’ufficio».
“Mediazione” che sarebbe sfociata nelle dimissioni in massa che il 6 febbraio 2016 causarono lo scioglimento del Consiglio comunale di Cosenza e la caduta del sindaco Mario Occhiuto. I magistrati scrivono di riferirsi, in particolare, al benservito dato al sindaco dai consiglieri Marco Ambrogio, Giovanni Cipparone, Luigi Formoso, Mimmo Frammartino, Maria Lucene, Giuseppe Mazzucca, Sergio Nucci, Enzo Paolini, Giovanni Perri, Salvatore Perugini, Roberto Sacco, Cataldo Savastano, Raffaele Cesario, Franco Perri, Pino Spadafora e Roberto Bartolomeo.
A questi consiglieri, non indagati, va aggiunto l’allora presidente del Consiglio comunale Luca Morrone, sul quale invece pesa l’accusa di aver accettato «quale utilità indebita, la promessa effettuata in concorso da Adamo e Oliverio di ricoprire alternativamente o la carica di vice sindaco in seno alla compagine politica eventualmente vincitrice nelle successive elezioni comunali di Cosenza o comunque un incarico di ingegnere presso la Regione Calabria».
Più centrale, invece, il ruolo di Incarnato, che per i magistrati avrebbe orchestrato l’intera operazione su mandato di Oliverio e Adamo, convincendo i consiglieri alla «sottoscrizione contestuale delle proprie dimissioni da consiglieri comunali allo scopo di determinare l’automatica decadenza di Mario Occhiuto da sindaco di Cosenza».
Per lui, in cambio, è questa la tesi della Procura, ci sarebbe stata la Sorical. «In tal senso, Adamo Nicola e Oliverio Gerardo Mario - si legge nell’avviso di conclusione delle indagini -, in esecuzione del medesimo disegno criminoso, remuneravano indebitamente Incarnato Luigi, designando o comunque agevolando la nomina dello stesso a Commissario liquidatore della Sorical Spa».
Una tesi accusatoria che Incarnato ha definito “risibile”: «Premesso che è noto a tutti che non sono consigliere regionale; che, invece, sono un esponente politico e segretario regionale del Psi e di aver sostenuto convintamente Mario Oliverio alla vittoria elettorale del 2015; che l'iter amministrativo relativo alla mia nomina in Sorical risale e molti mesi prima ai fatti delle dimissioni, quando a Cosenza non era in atto alcuna crisi politica; che ero già consulente per il settore idrico del presidente della giunta regionale e che la mia nomina attiene alle competenze acquisite nei 5 anni dal 2005 al 2010 in cui ho ricoperto l'incarico di assessore regionale ai Lavori Pubblici. Di fronte ad accuse risibili e infondate, chiederò, attraverso il mio legale Franz Caruso, di essere sentito per chiarire la vicenda».
All’indomani della caduta di Occhiuto, fu proprio Incarnato il luogotenente di Oliverio e del Pd per ricostruire la rete politica nel centrosinistra cosentino, nel tentativo di riconquistare la Città dei Bruzi. Alla fine, con il via libera di Matteo Renzi, la scelta del candidato a sindaco ricadde sul manager dei vip Lucio Presta, che però, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, rinunciò clamorosamente a correre per la poltrona di primo cittadino, adducendo motivi familiari. Una “scusa” che non ha mai convinto chi segue le vicende politiche regionali, nella convinzione che abbia gettato la spugna perché esasperato dalle tensioni interne al centrosinistra che di fatto impedirono la composizione delle liste e spianarono la strada alla rielezione di Occhiuto.
Enrico De Girolamo
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