Nuovi atti vandalici nella sede dell’Aism (Associazione italiana sclerosi multipla) di Ionadi. Questa volta i soliti ignoti hanno manomesso il contatore dell'acqua, che si trova all'esterno del centro. Ad accorgersi dell'accaduto un idraulico intervenuto questa mattina in via Regina Elena per riparare una perdita. Il presidente della sezione Aism di Vibo Valentia Salvatore Lico ha informato sia i carabinieri della locale stazione che l'ufficio tecnico del Comune. «Non è la prima volta che il nostro centro viene presO di mira – dice – nel recente passato abbiamo registrato diverse incursioni. Sembra che la nostra presenza non vada bene a qualcuno». Atti vandalici che fanno pensare a una bravata, «ma si ripetono ormai troppo spesso. Qualche mese fa – ricorda Lico, che è anche coordinatore regionale dell’Aism – dopo avere scardinato la serranda, sono entrati all'interno della sede mettendo tutto a soqquadro. In quell'occasione non hanno prelevato oggetti di valore: «C’erano i computer, ma non li hanno rubati».

I continui raid vandalici

Quel raid è costato caro all'associazione che fornisce accoglienza, informazione, orientamento, supporto e servizi alle persone affette dalla malattia neurodegenerativa. «Per rimettere a nuovo le serrature e gli infissi abbiamo dovuto sostenere delle spese importanti». Le attività del centro sono sospese a causa del Covid 19. Il presidente ci mostra l'interno dei locali. Ci sono le tracce delle molteplici attività svolte dall'associazione: dalle locandine per la raccolta fondi alle foto che ritraggono momenti di spensieratezza. Perché l’Aism è anche questo, incontrarsi per trascorrere momenti di convivialità. La sede, di proprietà dell'Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia, è dal 2006 in comodato d'uso gratuito all’Aism. Tutti possono usufruire di questi spazi. All'esterno c'è un ampio cortile dove il pomeriggio si riuniscono i ragazzi per giocare a calcio.

Le parole del presidente Lico


«Vogliono scoraggiarci, ma non è con questi gesti che fermeranno la nostra attività». Eppure non riesce a non nascondere la sua preoccupazione. «Sa qual è la mia rabbia? – aggiunge – Notare l'indifferenza da parte della società civile che invece dovrebbe sostenere e incoraggiare le attività di volontariato. Possibile – si domanda – che nessuno abbia visto niente?». Si appella dunque alla comunità: «È un centro di fondamentale importanza per chi si trova ad affrontare la malattia. Non lasciateci soli».