Gli appuntamenti sono piuttosto ravvicinati e la delegazione calabrese non vuol arrivarci impreparata. Soprattutto, questa volta, vuol dimostrare di aver completato i compiti a casa e dissipare così i dubbi, di chi, dall’altra parte del tavolo continua a nutrire riserve sull’attendibilità dei conti sanitari calabresi.

Piano d'attacco

A questa ponderata strategia risponde la brusca accelerata impressa dal dipartimento Salute e Welfare della Regione Calabria che negli ultimi giorni sta sfornando i consuntivi 2022 tenuti in caldo per oltre un anno. Vivisezionati fino a spaccare il capello in quattro, adesso pronti per essere offerti ai tecnici ministeriali come dimostrazione di affidabilità nella riunione in programma il prossimo 2 agosto.

Il giudizio della Corte dei Conti

Prima del fatidico incontro a Roma, però in agenda ci sta un altro appuntamento non meno delicato: la parifica del rendiconto regionale – il 26 luglio – con il giudizio della Corte dei Conti mai tenera, così come i tecnici ministeriali, nell’esaminare l’andamento dei conti.

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Pareri contrapposti

Nell’ultima relazione, ad esempio, il divieto imposto di riaprire i bilanci già adottati dalle aziende sanitarie e ospedaliere conducendo la Regione nel vicolo cieco di dover richiedere un parere al Mef, contenente poi una indicazione diametralmente opposta. Riadottati, dunque, i bilanci si è ora al rush finale: approvarli tutti in tempo utile.

Il rush finale

Una operazione mai tentata prima negli ultimi anni e che comprensibilmente sta levando il sonno ai funzionari al terzo piano della Cittadella. L’ultimo a mettere mano ai bilanci era stato il commissario, Guido Longo, ma solo per bocciarli con piglio marziale, dopo l’inchiesta della Procura di Cosenza che aveva coinvolto mezzo dipartimento e le precedenti gestioni commissariali.

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La pietra dello scandalo

A tagliare il traguardo della vidimazione il consuntivo dell’Asp di Cosenza, pietra dello scandalo e azienda da cui avevano preso avvio le indagini. Approvato ma con un lungo elenco di osservazioni che esprime la posizione di cautela assunta dal dipartimento e dalla struttura commissariale. Qualche grattacapo in più per il consuntivo dell’Asp di Reggio Calabria, universalmente nota per i debiti tramandati in forma orale, il bilancio è ancora in attesa della firma finale.

I consuntivi 2022

Sulla rampa di lancio anche quello della Dulbecco, ante accorpamento, che dovrà essere approvato sdoppiato: per l’ex ospedale Pugliese e per l’ex policlinico Mater Domini, così come adottati nel giugno del 2023. Sebbene, infatti, si tratti dei consuntivi 2022 – sono ancora in fase di adozione quelli relativi all’annualità 2023 – è alta l’aspettativa della delegazione calabrese di poter incontrare il favore dei tecnici ministeriali offrendo un primo bilancio consolidato.

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Il controllo sui conti

Una fotografia, anche se non totalmente nitida ma quanto meno molto fedele alla realtà, di quanto avviene nelle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi dimostrando così di aver ripreso in mano il controllo dei conti. In tasca anche il preconsuntivo 2023 che dovrebbe evitare lo scatto automatico degli aumenti dell'addizionale Irpef e le maggiorazioni dell'aliquota Irap per ripianare il disavanzo sanitario, pagato a caro prezzo fino ad oggi dai calabresi ottenendo in cambio servizi non esattamente efficienti.

Brain storming

I documenti contabili – all’attenzione della Corte dei Conti e poi del Ministero - sono stati curati fin nei minimi dettagli, anche attraverso riunioni preparatorie alla presenza dell’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, e con la collaborazione dei collegi dei revisori dei conti delle aziende sanitarie e ospedaliere, chiamati ad una valutazione preventiva.

Nelle tasche dei calabresi

Insomma, al terzo piano della Cittadella si ha la sensazione di percorrere l’ultimo miglio, con il traguardo dell’equilibrio di bilancio quasi alla portata e con in pancia anche il conto salatissimo dell’emigrazione sanitaria che da quest’anno la Calabria ha ripreso a pagare alle altre regioni d’Italia, dopo la deroga imposta per legge. Così si spera anche di sbloccare le risorse prese in ostaggio dalla troika ministeriale a garanzia degli equilibri di bilancio. Risorse che torneranno nelle tasche dei calabresi solo quando si riuscirà a far quadrare i conti. Ma con la benedizione di Roma.