Il crack finanziario per la Provincia di Catanzaro è ormai dietro l'angolo. Il presidente, Sergio Abramo, non si sta però risparmiando per evitare il dissesto dell'ente intermedio che vanta un disavanzo di 260 milioni di euro, di cui 210 solo ascrivibili a mutui contratti nel corso degli anni e l'acquisto di 50 milioni di derivati bancari sottoscritto con un raggruppamento di banche e che da soli generano 24 milioni di interessi. Inoltre, nel gennaio scorso, aveva deciso di annullare in autotutela una determinazione del maggio 2007 che aveva dato vita ad una complessa operazione di Swap da oltre 216 milioni di euro ripartita in quattro quote con alcune banche internazionali.

L'interlocuzione con il Governo

Questo pomeriggio così il presidente della Provincia ha avuto una interlocuzione con il viceministro all'Economia e alle Finanze, Laura Castelli, a cui ha rappresentato la condizione in cui versa l'ente intermedio. In primo luogo l'impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti: «Siamo riusciti a sbloccare quelli di febbraio - ha rassicurato Abramo - e stiamo lavorando con la Regione Calabria che ci deve dare una anticipazione per cercare di risolvere il problema di febbraio. Ma in previsione - ha aggiunto ancora - la previsione non è rosea perché non è sufficiente sbloccare gli stipendi per i mesi in cui io sarò ancora presidente ma bisogna preoccuparsi di quel che avverrà fino alla fine dell'anno».

Somme dal Governo

Sul tavolo vi sarebbero però delle soluzioni che assieme potrebbero evitare il dissesto: «L'Upi ha fatto una richiesta ben precisa - ha aggiunto ancora Abramo -, ossia di smobilitare tutti quei crediti che vantiamo dal Governo, somme per un importo di circa 4 o 6 milioni, ma questo non basteranno da qui a fine a garantire gli stipendi». La Provincia ha già redatto un piano di riequilibrio finanziario ma con ogni probabilità non potrà neppure essere applicato per via della cronica carenza di personale negli uffici: «Non abbiamo portato avanti nuovi concorsi per cercare di ridurre la spesa».

Il fondino Upi 

Si valuta inoltre la possibilità di accesso ad alcuni fondi nella disponibilità di Upi: «Si tratta di un fondino di 15 milioni di euro - ha chiarito Abramo - ma dovremmo capire quali somme potrebbero essere destinate alla Provincia di Catanzaro. Inoltre, vi è anche una proposta avanzata da Upi sull'indebitamento delle amministrazioni provinciali che contempla la rimodulazione con Cassa Depositi e Prestiti dei tassi d'interesse, allungando i tempi si diluisce la rata». In attesa dell'esito della battaglia legale che si è adesso aperta con le banche dopo la revoca dell'acquisto dei derivati bancari:«Siamo stati chiamati presso la Corte Suprema di Londra, quindi dovremmo andarci a difendere».