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E' arrivata all'ufficio gip- gup del Tribunale di Catanzaro la richiesta di rinvio a giudizio della Dda di Catanzaro a carico del capo di gabinetto della Questura di Catanzaro Nicola Cosimo Miriello a carico del quale si ipotizza l'estorsione aggravata dalle modalità mafiose. La richiesta di processare Miriello è arrivata dopo che il sostituto procuratore della distrettuale Elio Romano ha chiuso il cerchio nel mese di dicembre. Miriello che nel mese di giugno dell'anno scorso ha ricevuto un avviso a comparire che vale come contestuale informazione di garanzia è accusato di aver speso il nome di un noto imprenditore di Lamezia Terme, finito in manette nella maxi operazione Andromeda contro la famiglia Iannazzo e il clan satellite Cannizzaro – Da Ponte, per ottenere uno sconto privilegiato sull'acquisto di una serie di mobili. I fatti si sarebbero verificati a Lamezia Terme nel 2010. Il capo della Questura, avrebbe chiesto uno sconto superiore del 40 per cento al titolare di un negozio ubicato a Lamezia per l'acquisto di mobili dell'importo di circa 30mila euro. E per non ricevere in cambio un rifiuto e rendere più credibile la sua richiesta avrebbe fatto intervenire direttamente Claudio Scardamaglia, anche lui finito sotto inchiesta, anche se poi la sua posizione è stata stralciata. La figura di Scardamaglia è emersa in una particolare vicenda della maxi operazione antimafia Andromeda, relativa alla mancata realizzazione di un centro commerciale della nota catena Lidl a Lamezia Terme, in località Savutano, area sotto il dominio della cosca Iannazzo. In particolare Pietro Iannazzo, 40enne e Claudio Scardamaglia, 43nne, entrambi raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare avrebbero dapprima costretto gli operai della ditta che si stava occupando dei lavori di sbancamento del terreno per la realizzazione del supermercato ad abbandonare i lavori e poi con minaccia aggravata dal metodo mafioso, avrebbero indotto l'imprenditore aggiudicatario dei lavori ad abbandonare l'iniziativa imprenditoriale sul terreno in questione che successivamente sarebbe stato ceduto proprio a Scardamaglia. Risale al 25 giugno l'interrogatorio in Procura di Miriello, durato circa due ore. Assistito dal legale Francesco Gambardella, ha risposto alle domande del pm titolare del fascicolo, alla presenza del capo della mobile Antonino De Santis e del funzionario Angelo Paduano, fornendo dal canto suo la prova documentale dei pagamenti effettuati anche tramite finanziaria a favore del titolare del mobilificio. Ha contestato la ricostruzione accusatoria dei fatti su una vicenda contrattuale che, a suo dire, non aveva nulla di illecito. Adesso spetterà al gup distrettuale, una volta decisa la data dell'udienza preliminare decidere nel contraddittorio tra le parti se rinviare o meno a giudizio il capo di gabinetto della Questura di Catanzaro.
Gabriella Passariello