Per salvare la vita di una persona affetta da una forma grave di leucemia ricoverata al Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria era necessario un trapianto e l’unico donatore al mondo era stato individuato in una remota località della Russia a quasi cinque ore di volo da Mosca.

Bypassare l’embargo russo, di questi tempi, è impossibile. Infatti non si può in alcun caso avere un visto d’ingresso in Russia neanche per motivi del genere, né tantomeno è possibile per i cittadini russi venire in Italia seppur per le medesime nobili ragioni. La soluzione è stata trovata dopo un confronto tra l’Ibmdr (l’organismo istituzionale italiano che ha trovato il donatore e che sovrintende a questo tipo di trasporti) e il Nucleo Operativo di Protezione Civile Logistica dei Trapianti (associazione di volontari Toscani) che hanno organizzato ed effettuato il trasporto.

Le operazioni

È stato necessario organizzare “uno scambio” fra il corriere russo e quello italiano in un luogo in cui fosse possibile recarsi per entrambi e per poter rendere attuabile quest’unica possibilità è stata individuata la Turchia, e così si è messa in moto una complessa macchina per realizzare l’incontro a Istanbul.

Dopo un intenso lavoro preliminare per avere i nulla osta degli ospedali di origine e di destinazione, e di tutte le autorità competenti è scattata la fase operativa della complessa missione salvavita. Con grande apprensione e una serie di piccole incomprensioni successivamente risolte è arrivata la notte dell’incontro nell’aeroporto internazionale della città turca.
Il corriere russo è atterrato intorno alle due e mezzo di notte e alle quattro di mattina il collega italiano aveva già ricevuto il prezioso carico ed è potuto decollare per l’Italia dove nel primo pomeriggio il “dono” era nelle mani del dottore Giuseppe Console dell’ematologia di Reggio Calabria, Member of: Permanent cooperators of, reparto diretto dal prof Massimo Martino, che avrebbero immediatamente provveduto al trapianto.

Massimo Giraudo è stato il corriere individuato come il più adatto per questa missione e ha scoperto che il collega russo Aleksandr era un medico che normalmente non si occupa di questo tipo di trasporti e che ha raccontato che nel suo paese, al di fuori di chi si occupa di operazioni militari, non c’è una netta percezione di quanto stia accadendo. Nonostante quello che sta accadendo tra Russia e Ucraina esiste una parte buona di umanità, e qualcuno disposto a donare una parte di se stesso per permettere a un occidentale che non conoscerà mai di sopravvivere.

«Un bel gesto d’amore che - afferma Massimo Pieraccini fondatore del Nucleo Operativo di Protezione Civile che, insieme al suo staff ha curato l’organizzazione e l’esecuzione di questo trasporto - auspichiamo che possa essere il primo di una lunga serie e possa essere propedeutico alla pace, perché sempre di più sia la vita vince sempre sul male».

«In un momento di grandi tensioni internazionali, con la guerra russoucraina in corso, il dono della vita vince ancora una volta» fa eco Nicoletta Sacchi, direttore di Ibmdr.

«Un donatore russo ha donato le sue cellule staminali emopoietiche a favore di un paziente italiano in attesa di trapianto di midollo osseo. Per Ibndr - il registro italiano donatori di midollo osseo che coordina in Italia la ricerca del gemello genetico in qualsiasi parte del mondo esso sia - la sfida questa volta è stata quella di riuscire a fare arrivare le preziose cellule una volta donate. Forti dell'esperienza fatta in epoca di pandemia, quando abbiamo dovuto inventare percorsi inusuali per i nostri instancabili corrieri, anche questa volta è stata trovata una soluzione "a staffetta" ovvero utilizzando un corriere russo dalla Russia alla Turchia e uno dei corrieri del Nucleo Operativo dalla Turchia fino all'ospedale del paziente. Ancora una volta i corrieri del Nopc hanno portato a termine con successo una delle tante missioni - spesso complesse - che Ibmdr affida loro e soprattutto il dono del midollo, anonimo, gratuito e volontario, fra perfetti sconosciuti, ha superato anche i confini creati da una guerra in corso».