Nella nottata appena trascorsa, in Nicotera, i Carabinieri della Compagnia di Tropea hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal gip del Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di tre persone ritenute responsabili, in concorso, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

 

L’attività investigativa, condotta dai militari dell’Aliquota Operativa di Tropea, ha consentito di individuare ed identificare Giuseppe Restuccia, 28 anni, Natale Restuccia, 30 anni, Salvatore Tassone, 23 anni, quali autori a vario titolo del reato di detenzione e spaccio di stupefacenti. Nello specifico, il 24 settembre 2016 Giuseppe Restuccia veniva tratto in arresto dai Carabinieri di Nicotera Marina, che, dopo una prima perquisizione nell’auto in uso allo stesso in cui venivano rinvenuti 130 grammi di marijuana, estendevano la perquisizione al domicilio dello stesso, rinvenendo ulteriori 160 grammi del medesimo stupefacente.


Dalla ricostruzione investigativa compiuta dagli inquirenti è emerso che quello dello spaccio di stupefacente era un vero e proprio business di famiglia, in cui erano parte attiva sia il fratello Natale che il cugino Salvatore Tassone, che, per come dimostrato dalle attività, gestivano con profitto l’area di spaccio di Nicotera Marina e curavano contatti anche con gli spacciatori della piana di Gioia Tauro.


Degno di nota per meglio inquadrare il fatto nella sua comprensività, veniva dimostrato che il centro delle attività di spaccio fossero la casa dei Restuccia, utilizzata come base logistica dello spaccio, l’automobile di Salvatore Restuccia, una Fiat Panda utilizzata per le “consegne” ed il bar “Grotta Marina”, di Nicotera Marina, di cui era, all’epoca dei fatti titolare Tassone, vera e propria base operativa dello spaccio.


Nel corso delle attività odierne, durante la perquisizione a casa di Salvatore Tassone, venivano, in un foro artatamente costruito nel muro di recinsione, ulteriori 47 grammi di marijuana, 1 grammo di cocaina ed un bilancino di precisione. Per questo motivo Tassone e il coinquilino Antonio Salvatore Restuccia, cugino del Tassone e fratello degli altri due Restuccia, venivano a loro volta dichiarati in arresto in flagranza di reato sempre per detenzione di sostanza stupefacente.

 

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