Originario di Parenti, laurea in Legge a Torino, gode della stima degli ufficiali di Polizia giudiziaria con i quali ha lavorato. È entrato in magistratura nel 2011, in Dda a Catanzaro dal 2014
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È il procuratore più giovane d’Italia. A quarantaquattro anni, Domenico Guarascio è stato eletto a maggioranza, dal Plenum del Csm, alla guida della Procura di Crotone.
Calabrese di Parenti, in provincia di Cosenza, laurea in legge a Torino, Guarascio è una mente raffinata. Lettore vorace dei grandi filosofi e francese fluente, il nuovo procuratore di Crotone si distingue tanto per la semplicità dei modi quanto per i rapporti di stima che attira un uomo nel privato legatissimo alla famiglia e ai nipoti e buon coltivatore di rapporti umani: con molti ufficiali di pg i rapporti sono rimasti stretti anche quando le strade professionali si sono separate.
La carriera
Dopo una breve parentesi come avvocato a Torino, è entrato in magistratura nel 2011 ed è passato in Dda nel 2014 venendo applicato alla provincia di Crotone.
In dieci anni l’attività è stata notevole: ha svolto importanti inchieste contro clan come i Grande Aracri di Cutro, la cosca Farao-Marincola di Cirò Marina, le cosche consorziate di Isola Capo Rizzuto. Di recente la Cassazione ha riconosciuto, per la prima volta, l’esistenza della cosca Mannolo-Falcone-Zoffreo di Steccato di Cutro, perseguita grazie all’operazione Malapianta.
Tra le inchieste più importanti ricordiamo Kyterion, indispensabile grimaldello investigativo che ha dato poi la stura anche a inchieste importanti sulla cosca Grande Aracri al Nord come l’operazione Aemilia. Certificata, grazie all’attività investigativa del pm, l’esistenza della cosca Bagnato-Santo di Roccabernarda. Sigilli della Cassazione anche sulla nuova cosca di Petilia Policastro che annovera Rosario Curcio tra gli esponenti di vertice.
L’indagine Stige ha toccato non solo le cosche Farao-Marincola di Cirò Marina ma anche la cosca Giglio di Strongoli e Catarisano di Borgia. Sigillo della Cassazione per la prima volta anche sulla cosca Barillari di Crotone.
L’operazione Jonny, incentrata sullo strapotere dei clan di Isola Capo Rizzuto all’interno del centro di accoglienza “Sant’Anna”, ha certificato l’unitarietà delle famiglie di ‘ndrangheta Arena-Nicoscia-Pullano.
Sono gli esempi più eclatanti di un’attività di indagine intensa e condotta senza compromessi da un magistrato calabrese giovane e preparato.