Era il 9 settembre del 1990 quando a Bovalino Superiore il brigadiere dei carabinieri Antonino Marino veniva trucidato a colpi di arma da fuoco dalla ‘ndrangheta. A 31 anni da quell’efferato delitto l’Arma non dimentica il sacrificio di quel giovane militare, medaglia d’oro al valor civile, deponendo una corona di alloro davanti alla lapide nella piazza che porta il suo nome al termine di una cerimonia sobria, ma dall’alto valore simbolico.

«E’ una giornata molto importante per tutta la comunità della Locride – ha detto il colonnello del gruppo carabinieri di Locri Giovanni Capone - il poter rinnovare ogni anno questa ricorrenza è per noi un modo per rafforzare le nostre radici e per ricordare il sacrificio di chi ha dato tutto per la tutela delle istituzioni e del bene comune. Noi carabinieri siamo estremamente orgogliosi di indossare la stessa uniforme del brigadiere Marino, figura di grande stimolo per la nostra azione quotidiana».

Nell’agguato rimasero feriti anche la moglie incinta e il figlio Francesco di appena un anno, oggi stimato ufficiale della Benemerita. «Questo non deve essere un semplice ricordo – ha espresso il primo cittadino Vincenzo Maesano - ma memoria del lavoro svolto contro la criminalità, che si incastona in un percorso di legalità portato avanti dall’amministrazione comunale di ricorrenze che spesso abbiamo voluto celebrare insieme ai carabinieri, per dare sostanza alla risposta dello Stato contro ogni malaffare».