Una misura cautelare in carcere e due ai domiciliari. Questa la decisione del gip di Catanzaro Luca Bonifacio che ha emesso ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Daniele Furriolo, 23 anni, di Catanzaro, accusato di tentato omicidio e detenzione di un’arma da taglio, e di Daniel Ciambrone, 23 anni, di Catanzaro, e Vittorio Boccuto, 24 anni, di Catanzaro accusati di favoreggiamento. Tutti e tre i ragazzi sono, poi, accusati di omissione di soccorso.

L’aggressione per una relazione con l’ex ragazza

I fatti risalgono allo scorso 27 settembre quando Furriolo, dopo aver convocato E.M. sul lungomare di Catanzaro Lido per un chiarimento circa una relazione che questi avrebbe allacciato con la sua ex fidanzata, lo avrebbe poi aggredito con un coltello e colpito al torace perforandogli un polmone e il cuore, rendendo necessaria un’operazione d’urgenza che ha esposto la vittima a serio pericolo di vita.
I due amici avrebbero aiutato Furriolo a fuggire dal luogo dell’aggressione portandolo via con una Mercedes bianca guidata da Boccuto, lasciando E.M. in agonia con una grave ferita al torace.

Il silenzio della vittima

Quando sono intervenuti sul posto, allertati dal 118, i poliziotti hanno trovato E.M. ferito e sanguinante e un coltello per terra, la cui lama e manico si erano staccati. La vittima era cosciente ma in alcun modo ha voluto fornire alla polizia le generalità di chi l’aveva aggredita. A fornire i primi indizi importanti è stato per il cugino del ferito che ha raccontato di essere uscito per una serata con il proprio parente fino a quando questi non si era dovuto allontanare dopo aver ricevuto una telefonata. Il cugino ricorda di averlo visto passare a bordo di una Mercedes bianca insieme a Furriolo e Vittorio Boccuto.
In seguito è stato il padre della vittima a raccontare agli agenti quello che gli aveva riferito il figlio riportando i nomi d tutti coloro che erano stati insieme a lui quella sera.

La versione «sconnessa e inverosimile» di Furriolo

Nel corso della notte tra il 27 e il 28 settembre, la polizia non è riuscita a rintracciare né Furriolo né Ciambrone. Solo Boccuto è stato trovato in casa in evidente stato di agitazione. Nella Mercedes che aveva guidato quella sera c’erano tracce di sangue. Il giorno dopo si sono presentati in Questura Furriolo e Ciambrone. Ha parlato solo il primo raccontando di essere stato in macchina con E.M. ma riferendo che l’ex amico era un tipo “fumantino”, per via dell’uso di alcol e droghe, e che avrebbe dato il via all’alterco dopo aver accettato di salire in macchina col gruppo e dopo la richiesta di chiarimenti da parte di Furriolo.

Secondo Furriolo il coltello sarebbe stato portato dallo stesso E. M. che lo avrebbe estratto colpendo Furriolo alla mano sinistra. Questi ha poi raccontato di essere riuscito a strappare l’arma di mano all’ex amico e di averlo colpito, preso dal panico, senza comprendere il senso delle proprie azioni. Una versione ritenuta dal gip, che ne ha disposto l’arresto, «sconnessa e inverosimile».

I tre indagati sono difesi dagli avvocati Sergio Lucisano, Armodio Migali e Fabrizio Costarella. La vittima e il padre sono difesi dall’avvocato Antonio Lomonaco, la madre della vittima dall’avvocato Valerio Murgano.