Così come annunciato nell’assemblea di domenica scorsa a Roghudi, un nutrito gruppo di produttori del Comitato per l’attribuzione dell’Igp al bergamotto si è ritrovato davanti Palazzo Campanella nel giorno in cui si riunisce l’assemblea legislativa regionale. Dopo le proteste e il faccia a faccia, complici anche le telecamere del nostro network, tra Consorzio del bergamotto e Comitato, i toni però non sembrano moderarsi e i produttori spingono per un incontro chiarificatore con la politica, visto il ritiro del parere favorevole dell’ente regionale. 

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Aurelio Monte, uno dei produttori presenti al sit in di Palazzo Campanella spiega i motivi della protesta: «Oggi diamo seguito all’assemblea di domenica e siamo venuti qui perché vogliamo capire da Occhiuto perché non vuole che venga approvato l’Igp. Siamo ormai alla fase conclusiva e pretendiamo che la Regione mantenga l’impegno che ha assunto. Non riusciamo a capire il perché di questa marcia indietro».

Gli animi tra i coltivatori sono surriscaldati da questo dualismo con il Consorzio guidato da Ezio Pizzi che punta dritto alla Dop per l’oro verde di Reggio Calabria. Al proposito Monte si domanda come fa il presidente del Consorzio ad esprimersi in maniera negativa sull’Igp dichiarando di non aver ancora letto il disciplinare che, giurano i produttori, è rigido e severo.

«Vorremmo capire il motivo perché – ancora Monte - l’Igp sembra sia diventato di peso a tutti. A noi sta bene perché si sta combattendo da anni per avere qualcosa che tuteli i produttori del bergamotto e fino ad ora non abbiamo avuto niente. La Dop se la voleva l’avvocato Pizzi la poteva fare da vent’anni, perché è uscito proprio adesso che è pronto l’Igp? Cosa c’è sotto? Noi questo vogliamo capire, e vorremmo anche incontrare il presidente Occhiuto che dovrebbe ascoltare i produttori che sono quelli che portano avanti questo agrume in Calabria e non chi ha altri interessi».
In attesa di capire se riusciranno ad incontrare il presidente della giunta i produttori del Comitato spontaneo nato dopo lo stop alla pratica Igp annunciano che la protesta non si fermerà: «Anche perché noi nell’approvazione dell’Igp abbiamo preteso che venissero garantite tutte le fasi di lavorazione che avvengono sul territorio, garantendo anche un indotto importante in più a questo territorio».