La professionista si dichiara estranea all’indagine: «Dall’Autorità giudiziaria nessun atto che mi qualifichi come indagata»
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Riceviamo e pubblichiamo dall’avvocato Sabrina Apollinaro per conto della dottoressa Maria Vinci.
In nome e per conto della dottoressa Maria Vinci, in servizio presso il laboratorio di Virologia e Microbiologia dell'ospedale "Pugliese Ciaccio" di Catanzaro significo alle signorie vostre quanto segue: in data 04/07/2024, veniva pubblicato sul vostro giornale online "LaC News24" un articolo dal titolo: Inchiesta Sartoria - Terrorizzato dal Covid avrebbe violato la privacy dei vicini con la complicità degli amici medici: ‘Datemi l'esito dei loro tamponi’, a firma di Alessia Truzzolillo.
Si formula richiesta di smentita integrale del testo dell'articolo laddove lo stesso fa espresso riferimento a rapporti di complicità amicale tra il signor Ciro Oliviero e la dottoressa Vinci scrivendo testualmente: "complicità degli amici medici” nonché laddove la giornalista scrive testualmente: «La richiesta è quella di conoscere il risultato dei tamponi dei propri vicini. «Mo chiamo, vediamo se abbiamo notizie, ti faccio sapere», gli risponde il medico il quale, celermente, nel corso della serata, gli annuncia che il vicino era risultato positivo al Covid mentre il ragazzino non si era ancora sottoposto al test, violando la segretezza su dati sensibili che ha portato oggi la Procura di Catanzaro - nell’ambito della più vasta inchiesta denominata Sartoria, a indagare Oliverio, Vinci e Minchella per rivelazione di segreto professionale e i soli Vinci e Minchella per accesso abusivo ad un sistema informatico.
Ma Olivierio non prende pace: deve sapere se i figli del vicino sono stati contagiati. Il tre marzo 2021 il rappresentante contatta la dottoressa Vinci chiedendole informazioni circa il test del bambino «e anche la Vinci - è scritto nell'ordinanza del gip - si mette a sua disposizione informandolo che entrambi i figli del paziente già positivo avrebbero fatto il test quel giorno e l'esito lo si sarebbe saputo nel tardo pomeriggio». Quello stesso giorno Vinci informa Oliviero del fatto che entrambi i ragazzi erano risultati negativi e che a questo punto non era più essenziale che sua moglie si sottoponesse al test".
La notizia pubblicata è palesemente non veritiera considerato che non solo la dottoressa Vinci non ha alcun rapporto di complicità amicale con il signor Oliverio ma, sino ad oggi, non è stata destinataria da parte dell'Autorità giudiziaria di alcun atto che qualifica la stessa come persona indagata e benché mai come persona co-indagata con i signori Oliviero e Minchella per rivelazione di segreto professionale e per accesso abusivo ad un sistema informatico, né ha mai divulgato dati sensibili o eseguiti accessi indebiti ad alcun sistema.
La stessa, infatti, ad oggi non ha mai ricevuto un avviso di conclusioni indagini, un avviso di garanzia, una richiesta di proroga indagine o qualunque atto che la vede come persona indagata nella vicenda, né tantomeno il suo nominativo compare nelle fonti aperte ove sono stati indicati i nomi dei presunti indagati.
Pertanto, poiché la divulgazione della notizia ha leso in modo grave la professionalità, la dignità il decoro della dottoressa Vinci, estranea agli addebiti indicati nel testo dell'articolo, la scrivente, in qualità, chiede, ai sensi e per gli effetti della L. n. 47/1948, di procedere alla smentita del contenuto dell'articolo pubblicato in data 4 luglio 2024 e avente quale titolo: "Inchiesta Sartoria "Terrorizzato dal Covid avrebbe violato la privacy dei vicini con la complicità degli amici medici: "datemi l'esito dei loro tamponi", lesivo della dignità della professionista e contrario a verità, precisando che la dottoressa Vinci non è "un medico amico" di Oliviero e benché mai è stata destinatario di atti giudiziari con i quali è stata resa edotta della sua posizione di indagata e/o di co-indagata con i signori Oliviero e Minchella per i reati di rivelazione di segreto professionale e per accesso abusivo ad un sistema informatico, né ha mai rivelato alcun segreto professionale, né tanto meno ha eseguito accessi indebiti a sistemi informatici, smentita che deve avere lo stesso rilievo dato all'articolo e che deve essere eseguita nei termini e con le modalità indicate dall'art. 8 della L. 47/48.
Prendiamo atto delle dichiarazioni della dottoressa Vinci, alla quale non è stato notificato alcunché poiché non è destinataria di alcuna misura cautelare o interdittiva. Specifichiamo, tuttavia, che abbiamo accuratamente riportato quanto scritto nell’ordinanza di custodia cautelare, comprese quelle che sono le considerazioni del giudice per le indagini preliminari. (ale. tru.)