Dopo quella di Catania, nuova operazione antidroga in Sicilia che coinvolge anche la Calabria. È da qui infatti che arrivava la cocaina nelle piazze di spaccio palermitane, secondo quanto emerso da un’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza del capoluogo siciliano che ha portato oggi a otto arresti e al sequestro di beni per un milione e mezzo di euro. L’ordinanza eseguita dalle Fiamme gialle è stata emessa dal gip su richiesta della Dda.

Disposte anche perquisizioni nelle abitazioni e in altri luoghi nella disponibilità degli indagati per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope e produzione. Le indagini della Finanza si sono concentrate sulla figura di un narcotrafficante palermitano che avrebbe intrattenuto rapporti d'affari con alcuni referenti della criminalità organizzata calabrese attivi nella zona della Locride e della piana di Gioia Tauro e avrebbe importato ingenti quantitativi di cocaina dalla Calabria.

I componenti dell'organizzazione hanno utilizzato dei dispositivi criptati per schermarsi da possibili attività di intercettazione. L'attività investigativa ha ricostruito l'esistenza di un accordo per una fornitura mensile di almeno 15 chili di cocaina, destinata al mercato palermitano, che avrebbe generato per l'organizzazione un giro d'affari di 10 milioni di euro all'anno.

La droga viaggiava su strada da Reggio Calabria, Messina e Palermo, nascosta in doppi fondi ricavati nelle auto, spesso noleggiate, condotte da corrieri. La droga, arrivata a Palermo, veniva portata in casa del capo dell'organizzazione o in quella del nipote, per essere suddivisa in dosi e rivenduta sulle piazze di spaccio cittadine. Nel corso dell'indagine sono stati arrestati diversi corrieri e sequestrati 100 chili di droga e 600mila euro. Con lo stesso provvedimento il gip ha disposto il sequestro preventivo di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati.

Gli arrestati nell'operazione antidroga della Guardia di finanza di Palermo sono i palermitani Fabio Santangelo, 46 anni, ritenuto il capo dell'organizzazione; il nipote Domenico Mazza, di 26; Carmelo Pizzuto, 48 anni; Domenico Grigoli, 25 anni; Salvatore Zora, 33 anni e i reggini Saverio Zoccoli, 40 anni; Pasqualino Minutolo, di 55, e Francesco Raveda, 28 anni.