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In tempi di antipolitica, vivere in una “reggia” non è molto salutare per la propria popolarità. Lo sa bene il presidente della Regione, Mario Oliverio, che è saltato sul divano quando domenica scorsa, durante la trasmissione di Massimo Giletti su La7, Non è l’arena, ha sentito paragonare la Cittadella di Germaneto, che ospita giunta e uffici dei dipartimenti regionali, al palazzo di Versailles, la storica dimora di Luigi XIV, il Re Sole.
La Cittadella più grande della reggia di Re Sole
L’ufficio stampa del governatore si è affrettato a diffondere una nota in cui si rigettava con sdegno il paragone, rimarcando il risparmio di 6 milioni di euro l’anno rispetto a quando, cioè fino al 2014, gli uffici regionali erano dislocati in 23 sedi diverse regolarmente prese in fitto da privati. Un bel business, che costava ai calabresi più di 15 milioni l’anno, a fronte dei quasi 9 milioni di euro spesi oggi.
Ancora tanti, a dire il vero. Davvero troppi per la regione più povera d’Italia che però può vantare una sede degna delle Nazioni unite, costata in totale 160 milioni di euro e costruita in 13 anni a partire dal 2005. E nemmeno il paragone con Versailles regge. Mentre il palazzo reale a 20 chilometri da Parigi si sviluppa su una superficie di 63mila metri quadri, la Cittadella ne occupa più di 190mila, di cui 66mila dedicati ai soli parcheggi che contano 2mila posti auto, mentre altri 44mila metri quadri sono destinati ad aree verdi.
Inaugurata ufficialmente il 29 gennaio del 2016 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la struttura di Germaneto ospita oltre 1.800 dipendenti, distribuiti nei tre blocchi dell’edificio a forma di “C”, le cui viscere sono attraversate da 22 ascensori. Nel complesso, oltre a uffici, archivi e sale riunioni, trovano spazio anche 4 sale per conferenze, spazi museali, un sportello bancario e postale, la mensa, un asilo nido, la medicheria, un bar e un ristorante.
Il mega ufficio al dodicesimo piano
I corpi laterali - lunghi ognuno150 metri - hanno 9 piani fuori terra, mentre il corpo centrale ne ha 12, e proprio in cima c’è il suntuoso ufficio del presidente regionale. Una posizione prestigiosa e simbolica, che domina l’intero complesso ed esprime una concezione dalla politica che coincide con il potere puro. Hai voglia a dire che sei un umile servitore dei cittadini se lavori in un loft di 560 metri quadri con vetri oscurati, che rimanda allo stereotipo del mega direttore galattico di fantozziana memoria, con l’acquario nel quale nuotano i dipendenti e le poltrone in pelle umana.
Quando il Capo dello Stato (foto) venne a Catanzaro per inaugurare la nuova sede, auspicò che il risultato raggiunto potesse diventare «un elemento di coesione, con una ricaduta di fiducia anche nel confronto politico, stimolando l’azione legislativa e di governo regionale, rafforzando il legame tra istituzioni e cittadini».
Aumenta la distanza con i cittadini
Sono passati due anni da allora: il confronto politico va a ramengo e il legame con i calabresi non solo non si è rafforzato, ma si è ulteriormente sfilacciato. Arrivare a Germaneto per la prima volta e guardare quel palazzone immenso non aiuta affatto a ricucire, perché acuisce il contrasto tra l’apparire e l’essere, tra una classe politica “aristocratica”, distante e fortunata, e i cittadini, alle prese con i loro problemi quotidiani spesso insormontabili, come la cronica mancanza di lavoro.
A Versailles, la corte dei Borbone risiedette stabilmente per un secolo, dal 1682 al 1789, anno nel quale il palazzo fu abbandonato dal re e dal suo seguito di nobili perché arrivò la Rivoluzione francese a spazzare via antiche certezze. Il paragone con la Cittadella forse non regge e suona offensivo per qualcuno, ma indignarsi non serve a niente, perché la Calabria è stanca di stare con il naso all’insù, attendendo invano risposte da chi siede e siederà dietro i vetri oscurati di quel dodicesimo piano.
Enrico De Girolamo