Sono rivelazioni importanti, fondamentali per ricostruire il ruolo di primo piano della ‘ndrangheta negli affari della piccola comunità di Gioiosa Jonica nel reggino. A parlare è il pentito Antonio ‘Titta’ Femia nel corso di un interrogatorio dopo la decisione di collaborare con la giustizia.


Femia parla di Nicola Antonio Simonetta, 66enne, esponente di spicco della ‘ndrina di Prisdarello. Di sua proprietà erano alcuni locali, tra cui un ristorante, dove avevano luogo riunioni di ‘ndrangheta e cene in occasione di incontri tra affiliati: “So che il ristorante era una scuola e che è stato dato dal Comune. So che Simonetta aveva sostanzialmente gratis questa struttura che poi lui ha trasformato. Per la costruzione della chiesa la ‘ndrangheta ha messo dei soldi”. Il pentito si riferisce alla chiesa della frazione Prisdarello di Gioiosa Jonica, dedicata a Sant’Antonio, costruita alla fine degli anni ‘90.