Roberto Le Pera, presidente della Camera Penale di Cosenza, nell’intervista a Cosenza Channel, ha affrontato nuovamente il caso del trasferimento del processo Reset dall'aula bunker di Lamezia Terme all’aula bunker di Castrovillari, denunciando una situazione che considera un segnale di declino culturale e sociale per la città e per l’intero territorio.
Le Pera ha sottolineato come la mancanza di strutture adeguate nel Tribunale di Cosenza rifletta una grave carenza infrastrutturale e organizzativa. Inoltre, le condizioni indecorose della struttura ministeriale situata alle falde del Pollino rendono difficoltosa, per usare un eufemismo, la celebrazione di ogni udienza. Da tempo denunciamo il fatto che in aula si può stare soltanto con un abbigliamento invernale adeguato visto che la temperatura percepita è al di sotto dei 10 gradi. Risolto invece il cattivo odore. Rimane da capire quanto tempo ci vorrà per avere un impianto di riscaldamento funzionante che soddisfi i presenti. A tal proposito, il Coa di Cosenza ha deciso di indire tre giorni di astensione per protestare contro questa situazione che ormai è una battaglia di civiltà.

Disagi per tutti

Il trasferimento del processo a Reset a Castrovillari comporta numerosi disagi per tutte le parti processuali: avvocati, magistrati, cancellieri e imputati sono costretti a subire un vero e proprio "nomadismo giudiziario", con ripercussioni significative non solo sulla funzionalità del sistema, ma anche sulla dignità delle persone coinvolte. Le condizioni dell’aula bunker di Castrovillari sono state definite «indecorose e disumane». Le Pera ha affermato che tale situazione non consente di rispettare nemmeno i requisiti minimi di legalità per la tutela della salute sul luogo di lavoro.

Il presidente Roberto Le Pera si rivolge alla principale istituzione cittadina: «Il primo cittadino si faccia promotore di un'iniziativa volta a difendere la città». Ecco l'intervista completa

Questi problemi, uniti al trasferimento forzato, rappresentano secondo Le Pera un ulteriore ostacolo alla garanzia del diritto di difesa. L’avvocato ha evidenziato come l’aula della Corte d’Assise di Cosenza sia stata in passato in grado di ospitare processi importanti, come Tela del Ragno e Missing. Udienze che si sono svolte regolarmente grazie all’organizzazione e alla presenza delle forze dell’ordine. Per questo motivo, l’avvocatura ritiene che il processo Reset avrebbe potuto essere celebrato a Cosenza, con semplici adeguamenti tecnologici e organizzativi.

L’appello al sindaco Franz Caruso

Le Pera ha fatto appello al sindaco di Cosenza, Franz Caruso, chiedendo un intervento concreto per sensibilizzare le istituzioni locali, regionali e nazionali. La duplice veste di Caruso, avvocato e primo cittadino, lo rende, secondo Le Pera, la figura ideale per avviare un dialogo che possa portare a soluzioni strutturali. L’obiettivo non è solo risolvere il problema del processo Reset, ma anche evitare che situazioni analoghe si ripetano in futuro. La Camera Penale ha chiesto che vengano stanziati fondi non solo per interventi esterni, come quelli recentemente intrapresi sulla facciata del tribunale, ma anche per dotare le aule esistenti delle attrezzature necessarie a ospitare processi complessi.

Una battaglia per l’intero sistema giustizia

Sempre Roberto Le Pera, presidente della Camera Penale di Cosenza, ha chiarito che la battaglia condotta dall’avvocatura non è contro la magistratura, bensì a suo favore e per l’intero sistema giustizia. La mancanza di strutture adeguate colpisce indistintamente tutte le parti coinvolte: avvocati, magistrati, cancellieri e imputati. L’obiettivo, secondo Le Pera, è restituire dignità al Tribunale di Cosenza, affinché torni a essere un centro di legalità degno della sua funzione. Il problema, però, è più ampio e riguarda tutta la Calabria, dove maxi-processi come Rinascita Scott, vengono trasferiti in altre sedi fuori regione, con gravi ripercussioni sulla garanzia dei diritti costituzionali.

La denuncia di un sistema malato

Nel corso dell’intervista, Le Pera ha sottolineato che l’attuale gestione dei maxi-processi rappresenta un’anomalia che snatura la funzione del processo penale. Quest’ultimo, ha ricordato, non deve servire a combattere fenomeni sociali, ma ad accertare la responsabilità degli imputati. L’avvocato ritiene che la scelta di etichettare i procedimenti con nomignoli, come Reset, mini il principio di presunzione d’innocenza e trasformi il processo in un simbolo di lotta contro la criminalità organizzata, anziché in uno strumento di giustizia.

Battaglia di civiltà

In conclusione, Le Pera ha espresso fiducia nell’intervento del sindaco Caruso e ha ribadito l’importanza di una mobilitazione dell’intera comunità per garantire a Cosenza un sistema giustizia all’altezza delle esigenze del territorio. Il presidente della Camera Penale ha infine sottolineato che questa battaglia non riguarda solo l’avvocatura, ma rappresenta una questione di civiltà e diritti fondamentali per l’intero territorio.