VIDEO | La testimonianza in ospedale dei due agenti della guardia di finanza rimasti feriti durante l'esplosione della barca carica di migranti al largo della costa ionica. «Abbiamo fatto solo il nostro dovere ma è stato spaventoso. Abbiamo cercato di salvare più vite possibile ma restavano aggrappati all'imbarcazione in fiamme perché non sapevano nuotare»
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Hanno rischiato la vita per salvare decine di persone, ma ripetono dal letto di ospedale dove sono ricoverati che non si sentono eroi: «Facciamo solo il nostro lavoro». Le telecamere de LaC Tv sono entrate, questa mattina, al San Giovanni di Dio di Crotone per intervistare i due finanzieri che, nella giornata di ieri, sono rimasti feriti nello scoppio, a largo della città pitagorica, dell'imbarcazione che trasportava 21 migranti. Una tragedia consumatasi nelle acque della nostra regione, nella quale hanno perso la vita tre persone, mentre una è dispersa. I due militari si chiamano Maurizio Giunta, 52 anni, e Antonio Giovanni Frisella di 32 anni.
«Abbiamo tentato di mantenere la calma per quanto possibile per salvare le persone che stavano in acqua - ha spiegato Giunta - Lo scoppio è avvenuto sotto le nostre gambe, il collega è finito in mare e io sono rimasto su: pensavo di non avere più una gamba. Il primo pensiero è stato quello di buttare più gente possibile in acqua, ma molte di quelle persone non sapevano nuotare e rimanevano attaccati alla barca in fiamme».
Maurizio Giunta ha raccontato gli attimi di paura tra la prima e la seconda deflagrazione. «Ho avuto paura - ha detto - che ci poteva essere una seconda deflagrazione che, infatti, c’è stata. Si sono buttati tutti in acqua e con tutti gli altri colleghi abbiamo tentato di salvare quante più persone possibile»
I due finanzieri, però, non si sentono eroi: «Facciamo solo il nostro lavoro, non vedo l’ora di uscire dall’ospedale per riprendere a lavorare. Alla fine viviamo di questo»
È ancora scosso per quanto avvenuto anche Frisella. «È stato tutto molto veloce - ha sottolineato il 32enne barese - Dopo la prima esplosione mi sono trovato in acqua subito e da lì ho cercato di chiamare Maurizio (Giunta ndr) perché non lo vedevo. Avevo vicino a me una persona che non sapeva nuotare, l’ho preso ma non sapendo come fare ho chiamato il maresciallo Novelli che si è buttato subito in acqua per darmi una mano perché non ce la facevo. Poi sono riuscito a salire a bordo della motovedetta della Capitaneria. Spero di essere riuscito a salvare qualche vita».