Inchiesta Sartoria

«L’appalto da 8 milioni scritto dalla ditta che partecipò alla gara», l’accusa della Procura di Catanzaro ai 2 medici-manager

Documentato nelle indagini della guardia di finanzia lo scambio di documenti e gli incontri tra dipendenti di Siemens Healthcare e gli indagati che predisponevano i capitolati per Pugliese Ciaccio e Mater Domini. L’intercettazione chiave: «Eliminiamo la Philips»

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di Pablo Petrasso
4 luglio 2024
06:58

La gara d’appalto per il noleggio di due Pet – per gli allora ospedali Pugliese Ciaccio e Mater Domini – sarebbe stata scritta assieme a una delle aziende che avrebbero poi partecipato alla procedura per aggiudicarsi una fornitura milionaria. Ne sono convinti i magistrati della Procura di Catanzaro che, nell’inchiesta Sartoria, hanno ricostruito l’iter di una procedura che considerano costruita a tavolino. Sette persone sono accusate di turbativa d’asta nella vicenda che prevedeva, per i due lotti, un esborso di oltre 8 milioni di euro. Sono Giuseppe Lucio Cascini, primario di Medicina nucleare al Mater Domini e soggetto incaricato di predisporre la documentazione di gara del secondo lotto; Vincenzo Militano, medico che ha collaborato per predisporre la documentazione del primo lotto (quello per il Pugliese Ciaccio); Ciro Oliviero, rappresentante legale della Holyver Diagnostics e agente di commercio della Siemens Healthcare srl; Raffaele Rufolo, dipendente della Siemens Healthcare srl e, all’epoca dei fatti, territory manager per il Sud Italia della società; Daniela Madesani, Cristina Rebaudengo e Roberta Facca, dipendenti di Siemens Healthcare srl.

Per l’accusa Oliviero, Facca, Rebaudengo, Madesani e Rufolo avrebbero fornito «supporto tecnico e logistico nell’attività di redazione della documentazione di gara». I cinque avrebbero, infatti, «predisposto griglie e capitolato nonché l’importo a base d’asta, al fine di consentire l’aggiudicazione della gara alla Siemens Healthcare srl». La documentazione sarebbe stata «poi materialmente consegnata a Cascini, corrispondente a quella definitivamente approvata con la delibera» in questione, cioè quella dell’appalto per il Mater Domini. Militano, invece, finisce nei guai per la gara al Pugliese Ciaccio: sarebbe stato lui a intercedere, «per conto della Siemens, con Puntieri» che era il manager incaricato di predisporre la documentazione tecnica di gara. Militano, secondo i pm, avrebbe fornito «documentazione di gara predisposta – di fatto – da Oliviero» con il contributo degli altri dipendenti di Siemens indagati. Si tratterebbe di due file: uno con la bozza di capitolato per l’acquisto di una Pet con relativi accessori, l’altro contenente una griglia di valutazione.


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Il gip di Catanzaro definisce la gara come «fortemente inquinata» per arrivare «a un esito pilotato favorevole all’azienda partecipante Siemens». Secondo l’accusa tutta la procedura sarebbe stata alterata fin dall’inizio con la partecipazione di Cascini e Militano. Cascini, in particolare, avrebbe assunto ufficialmente un ruolo nella procedura nel novembre 2020 ma, in effetti, si sarebbe mosso mesi prima per addomesticare gli atti.

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Nel computer di Militano, invece, verranno trovati nel corso dell’indagine, dei file di cui Oliviero e la dipendente di Siemens Madesani discutono già nel luglio 2020. «I tabulati telefonici tra Oliviero e Militano – appunta il gip – restituiscono una fitta rete di contatti fra i due propriamente in quei giorni». In ottobre, poi, «una versione aggiornata di questi file sarà oggetto di inoltro da Puntieri a Cascini». Dall’azienda alle stazioni appaltanti: questo il percorso dei documenti ipotizzato dai magistrati di Catanzaro. Da Milano, Madesani «fornisce tutti gli accorgimenti, i suggerimenti e i consigli tecnici a Oliviero che poi va a riferirli ai suoi interlocutori in Calabria».

Il giro di documenti continua sulla direttrice Milano-Catanzaro e ritorno. Dopo un incontro tra Cascini e Oliviero, quest’ultimo (è il 7 ottobre 2020) avvisa Madesani «che le stava per inviare un documento affinché lei lo visionasse e i due si premurano di individuare una formula di trasmissione che potesse restare segreta suggerendo di utilizzare Telegram, anche se poi Oliviero usa il metodo whatsapp». I file girano via chat mentre lo spyware della guardia di finanza capta tutto: secondo quanto riportato nell’ordinanza, in una conversazione Puntieri e Cascini «valutano che con i punteggi indicati “eliminiamo la Philips”». Il 14 ottobre Madesani arriva in Calabria da Milano: «Ciò che colora l’appuntamento – scrive il gip – è che tutti hanno la premura di lasciare i rispettivi telefoni cellulari fuori dalla stanza ove si riuniscono, anche se alcuni stralci della conversazione vengono captati così da poter comprendere che si discute dei dati e dei criteri da inserire nelle griglie di valutazione e dei punteggi da attribuire alle varie caratteristiche, discutendo delle posizioni di GE, concorrente della Siemens». L’incontro avviene «fra soggetti della Siemens, società interessata alla gara, e Cascini, soggetto interno alla struttura pubblica che andrà a bandire la gara».

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Da una modifica all’altra si arriva al 5 novembre 2020 quando il Mater Domini dà formale mandato per bandire la procedura di gara per l’acquisto dei macchinari Pet assegnando a Cascini l’incarico per redigere i documenti di gara. Il suo compito diventa ufficiale anche se «si sta occupando già da mesi» di predisporre i documenti in collaborazione con Oliviero e Siemens. I contatti e gli incontri tra Cascini e Oliviero continuano: i due si scambiano documenti «i cui metadati fanno risalire le trasmissioni e le modifiche proprio al mese di novembre 2020». Rilevante, evidenzia ancora il gip, «è che tali documenti verranno poi rinvenuti nei pc sia di Madesani che di Facca, segno che la valutazione era sempre stata fra loro condivisa». Il cerchio, per gli inquirenti, si chiude quanto Cascini inoltra proprio quei documenti «a tutti gli organi della gara». È così che «capitolato e griglia di valutazioni allegati al bando di gara saranno propriamente quelli elaborati in tale complessa vicenda secondo gli interventi dei dipendenti Siemens». L’azienda puntava al bando e ha pure contribuito a scriverlo.

Il legale dell'ingegnere Raffaele Rufolo ci ha inviato una nota nella quale sottolinea che il proprio assistito non ha ricevuto alcun avviso di garanzia né altri atti dai quali si possa considerare indagato nell'inchiesta. Potete leggerla qui. 

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