Il 39enne, insieme ai fratelli Nicola, Pasquale e Salvatore, risulta a capo dell'omonimo clan di Sant’Onofrio nel Vibonese
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I carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio, agli ordini del maresciallo maggiore Domenico Fazzari, intorno alle 20 di questa sera, hanno chiuso il cerchio attorno a Domenico Bonavota - che insieme ai fratelli Nicola, Pasquale e Salvatore risulta a capo dell'omonimo clan di Sant’Onofrio - rintracciandolo in una casa di campagna alla periferia del centro abitato dopo circa sei mesi di ricerche. Il 39enne figlio del fondatore dell’omonimo clan, ovvero Vincenzo Bonavota (deceduto a metà anni ’90) e ritenuto “braccio armato” della cosca, deve scontare un residuo periodo della misura della sorveglianza speciale interrotta, a suo tempo, a seguito del suo arresto nell'ambito dell'operazione “Conquista” eseguita dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Vibo Valentia guidato dal maggiore Valerio Palmieri.
Bonavota aveva fatto perdere le sue tracce a dicembre del 2017 subito dopo il suo ritorno a casa perché scarcerato. I carabinieri di Sant’Onofrio, tuttavia, non si sono mai persi d'animo e dopo una lunga serie di appostamenti - anche notturni -, perquisizioni e pattuglie, hanno delimitato l'area in cui erano convinti si muovesse Bonavota, il cui continuo tentativo di nascondersi è terminato all’ora di cena di questa sera quando la perseveranza dei carabineri è stata finalmente premiata. Sull'uscio della casa nella quale aveva trovato rifugio si è infatti presentato il maresciallo ordinario Michele Sanzo, valido braccio operativo del comandante Fazzari, che lo ha condotto prima in caserma per gli adempimenti e poi nella sua abitazione di residenza dove da questa sera fino al termine della misura dovrà rimanere secondo le prescrizioni impostegli.