VIDEO | Incontro a Cosenza organizzato dalle Acli sulle funzioni dei nuovi presidi di prossimità previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza
Tutti gli articoli di Cronaca
Con i fondi del Piano di Ripresa e Resilienza in Calabria saranno inaugurate 41 nuove case della comunità. Non semplici poliambulatori, ma presidi di assistenza di prossimità dove i cittadini dovranno trovare le cure, ma soprattutto l'ascolto e le corrette indicazioni sulla prevenzione e sui percorsi diagnostici e terapeutici da intraprendere in caso di necessità. Dovranno essere luoghi di integrazione socio sanitaria, in cui welfare e salute tornino ad incontrarsi. Questa la traiettoria indicata dalle Acli nel corso di un dibattito ospitato nella Sala Nova del Palazzo della Provincia di Cosenza al quale hanno partecipato rappresentanti dell'associazionismo, delle amministrazioni locali, della chiesa, dell'azienda sanitaria provinciale.
Convegno partecipato
Introdotta da Caterina De Rose, l'iniziativa ha registrato tra gli altri la partecipazione di don Sergio Locane, direttore della Pastorale della Salute della Diocesi di Cosenza, di Renato Gaspari, coordinatore tecnico della Commissione Politiche Sociali presso la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, della parlamentare Simona Loizzo, di Saverio Sergi, segretario regionale della Federazione Anziani e Pensionati delle Acli. La convergenza tra welfare e salute è un passaggio necessario, per evitare, come accade sempre più spesso, che i meno abbienti rinuncino alle cure: «La pandemia, dramma terribile, ancora non del tutto superato, ci ha dato alcune indicazioni, mettendoci in guardia sul pericolo di avere una dimensione sanitaria ed una dimensione sociale incanalate su due binari paralleli che non si incontrano mai - ha detto Antonio Russo, vicepresidente nazionale delle Acli con delega al welfare ed alla coesione territoriale che ha concluso l'appuntamento - È giunto allora il momento di individuare dei luoghi in cui queste due dimensioni possano integrarsi».
Rischio povertà sanitaria e farmaceutica
«La funzione delle case di comunità deve essere proprio questa - ha sottolineato - un luogo in cui il cittadino utente venga preso in carico trovando relazioni umane e le giuste risposte per evitare di arrivare alla fase acuta dell'ospedalizzazione». Secondo Russo le case di comunità sono anche un efficace contrasto alla povertà sanitaria ed alla povertà farmaceutica «di cui siamo tornati a vedere gli effetti dopo settant'anni – sottolinea il vicepresidente Acli – alimentate a seguito del Covid ed ora a seguito degli effetti del conflitto russo-ucraino. Dobbiamo essere in grado di sfruttare le tante normative vigenti in materia, dalla riforma per la non autosufficienza, lasciata in eredità dal Governo Draghi, alla più datata Legge 328 del 2000, rimasta sostanzalmente inapplicata. Per questo, a fronte di un tempo complicato, ci sono delle leve su cui possiamo agire».