La notizia ha fatto il giro dei media nazionali e locali. Lo stesso ministro della Salute ha promesso che farà luce sulle eventuali responsabilità. Intanto è arrivata la replica del dg Frank Benedetto
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Le ingessature con il cartone hanno fatto il giro dei media nazionali e locali dopo la denuncia dell’Anao Assomed. E hanno fatto immediatamente scattare la necessità di far partire le opportune verifiche per capire quanto di vero ci sia in una ricostruzione dei fatti che è sembrata avere un forte colore politico.
Lo stesso ministro Giulia Grillo ha promesso che sarà fatta immediatamente luce sui fatti e sulle eventuali responsabilità. «Quello che è accaduto al pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria – ha detto il ministro Grillo - dove pazienti con fratture sarebbero stati curati con fasciature di fortuna e cartoni, è di una gravità estrema. Nessuno intende sottovalutare le oggettive difficoltà in cui gli operatori svolgono la loro attività, ma quanto accaduto, se confermato, è frutto di evidenti ed ingiustificabili carenze organizzative. I carabinieri del Nas, che ringrazio per il prezioso lavoro sono già stati sul posto e i miei uffici hanno formalmente preso contatti con il Commissario Scura e con il Direttore generale, a cui chiederemo di riferire, con urgenza e puntualmente, sui gravi fatti denunciati dalla stampa».
Durante la seduta del Consiglio regionale è nel frattempo arrivata la replica del dirigente generale dell’Azienda ospedalierea Frank Benedetto che è stata letta dal governatore Mario Oliverio. Benedetto, così come aveva fatto il primario del pronto soccorso Angelo Ianni all’Ansa, ha spiegato che i pazienti (in tutto tre) sarebbero già arrivati al pronto soccorso con il bendaggio di cartone che sarebbe stato successivamente rimosso. «La notizia pubblicata da diverse testate giornalistiche nazionali e locali di alcuni episodici casi in cui si sono riscontrati bendaggi di emergenza presso il Pronto Soccorso del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi – Melacrino – Morelli” di Reggio Calabria impone un chiarimento, e alcune precisazioni e delle riflessioni. Corre l’obbligo evidenziare, per riportare i fatti nell’alveo della verità, che da una prima sommaria indagine esperita con i Direttori delle UOC sanitarie interessate, è emerso che al Pronto Soccorso del presidio Riuniti risulta formale accesso di un unico paziente di sesso maschile, C.A., giunto al triage alle ore 9:32 del 28/07/2018, già immobilizzato sul luogo dell’incidente con “cartone”, come dichiarato dallo stesso paziente al Direttore della UOC Ortopedia alla presenza dei suoi collaboratori. Il paziente, codificato codice giallo, veniva visitato alle 9:35, sottoposto a visita di pronto soccorso, ECG ed esami radiografici. Si precisa – prosegue l’informativa letta da Oliverio - che l’immobilizzazione provvisoria con “cartone” quale era giunto il paziente, non è stato rimossa opportunamente, per non provocare ulteriori dolori e poter effettuare le radiografia senza interferenze. Eseguita la radiografia il paziente veniva ricoverato in reparto ed in fase di accettazione veniva nuovamente valutato dall’ortopedico di turno, il quale rimuoveva il “cartone” ed applicava valva gessata di contenimento. Nel pomeriggio, durante l’ulteriore visita, valutata le condizioni circolatorie dell’arto, il medico di turno poneva trazione transcheletrica. Sono in corso ulteriori approfondimenti relativi ad un’altra paziente O.G. pervenuta in PS il 30/07/2018 alle 7:11 che viene soccorsa sul luogo dell’incidente dal 118, dove viene applicato un tutore con anima di metallo (non radiotrasparente). Giunta al PS alle 7:11 veniva visitata alle 7:16 in codice verde. Considerata la necessità di sottoporre ad indagini radiografiche la paziente, si inviava la stessa in radiologia con immobilizzazione provvisoria di “cartone” e radiotrasparente. Successivamente alle radiografie effettuava consulenza ortopedica nell’ambito della quale veniva rimosso l’immobilizzazione provvisoria di “cartone” e veniva applicata valva gessata di posizione e quindi rinviata al PS da dove veniva ricoverata alle 9:42 ed è tutt’ora degente. Si rappresenta, altresì, che la UOC di Ortopedia è operativa H24 con 30 posti letto di ricovero, con l’aggiunta di 2 unità reperibili per le urgenze nelle ore notturne. Si fa inoltre presente, che le risorse umane utilizzate debbono far fronte a tutte le necessità ortopediche afferenti a tutta la provincia di Reggio Calabria».