È costato un bel pò di denaro pubblico l'infopoint installato all'interno dell'aeroporto internazionale di Lamezia Terme, lo stesso che nel pieno della stagione turistica annunciava, e annuncia tuttora, ai visitatori in arrivo allo scalo di essere momentaneamente "chiuso per ferie". In verità molto di più dei fondi stanziati lo scorso maggio dal dipartimento Turismo della Regione che investendo risorse residue della vecchia programmazione comunitaria reperite sui fondi Pac 2007/2013 aveva destinato all'accoglienza dei turisti in Calabria 70mila euro per lo scalo lametino e 65mila per quello installato a Reggio Calabria. E' necessario, infatti, fare un passo indietro di un paio d'anni quando la Regione decisa a promuovere l'immagine delle mete turistiche calabresi finanziò con proprie risorse l'installazione dell'infopoint, divenuto poi bersaglio delle invettive dei visitatori che approdati all'aeroporto rimanevano, e rimangono tuttora, privi di informazioni e indicazioni.

Il finanziamento del 2017

Nel 2017, infatti, Sacal risulta destinataria di un finanziamento del valore complessivo di 200mila euro da utilizzare, appunto, per la realizzazione dell'infopoint, oggi a tutti gli effetti chiuso. La società che gestisce lo scalo impiegò il denaro pubblico per l'acquisto del desk, dei due totem informativi, degli arredi interni, delle cassettiere, delle sedie, delle stampanti e dei computer oltre che per avviare un'azione pubblicitaria per conto della Regione allo scopo di promuovere l'immagine della Calabria. La quota comprendeva anche le somme per l'affidamento della gestione. Insomma, un bel pò di denaro pubblico investito per migliorare la visibilità delle bellezze nostrane ma che ha avuto come unico epilogo quello di attirarsi le invettive dei turisti che si sono spesi non in parole di lode bensì strocando l'accoglienza calabrese in recensioni al veleno.

Sacal e Regione ai ferri corti

In cambio di quell'investimento Sacal si impegnava ad offrire gli spazi all'interno dello scalo lametino in maniera gratuita sancendo così di fatto un matrimonio che ha avuto però durata breve. Dopo il deflagrare del caso sulla mancata attivazione del servizio, determinato da un'impasse amministrativa, il dipartimento Turismo della Regione ha nei fatti sollevato Sacal dalla funzione di stazione appaltante, prendendo in mano le redini di una situazione divenuta ormai fuori controllo. È notizia di queste ore, infatti, quella secondo cui alla Cittadella si è all'opera per ripristinare il servizio in tempi brevi, presumibilmente già lunedì, ma sotto la regia della Regione e non più di Sacal. Il dipartimento ha infatti avviato una procedura per reperire personale da destinare alla gestione dell'infopoint tagliando nei fatti fuori dall'affidamento sia Sacal che la Proloco di Lamezia Terme che pure aveva ottenuto un'aggiudicazione provvisoria. 

L'esposto alla Guardia di finanza

E, infatti, dopo il precipitare degli eventi e all'indomani della decisione di revocare l'aggiudicazione alla Proloco, quest'ultima ha deciso oggi di indire una conferenza stampa per annunciare di aver depositato un esposto alla Guardia di finanza e al Tribunale di Lamezia Terme contro ignoti ma "citando il dipartimento Turismo della Regione Calabria" ha affermato la presidente della Proloco, Giusy Ruberto, che ha aggiunto: "Mi sono determinata a rivolgermi alla magistratura perchè nella giornata di mercoledì mi è pervenuta una strana chiamata da parte di un'agenzia che si occupa di convegni scientifici chiedendomi la collaborazione in quanto affidataria del servizio Infopoint negli scali di Lamezia Terme e Reggio Calabria". Sarà adesso, quindi, la Procura a far luce sul caso e a sbrogliare i fili di una matassa più intricata del previsto.

 

Luana Costa