Il gruppo mette in evidenza come nell’ordinanza di custodia cautelare il giudice abbia rigettato le richieste di arresto e considerato corretto il comportamento dei vertici di Gfc
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«In riferimento alle notizie di stampa diffuse in data odierna e inerenti il coinvolgimento della Gcf - Generale costruzioni ferroviarie in una operazione di polizia che ipotizzerebbe l’appartenenza dei vertici della società stessa ad un sodalizio criminoso, il Gruppo Rossi rileva come sia stato lo stesso Gip del Tribunale di Milano a smentire gli assunti accusatori della Procura ritenendoli insussistenti».
Lo afferma in una nota di “Generale costruzioni ferroviarie” per sottolineare la propria estraneità all’ipotesi di reato contestato dalla procura di Milano al gruppo industriale.
«Afferma infatti il Gip – si legge nella nota - con argomentazioni puntuali: “Nel merito si osserva che questo giudice ha ritenuto insussistenti in capo ai legali rappresentanti di quelle società gravi indizi di colpevolezza dei reati di associazione a delinquere, sfruttamento della manodopera e auto riciclaggio per le ragioni illustrate nei capitoli precedenti”».
«Conseguentemente - prosegue il Giudice - “non può essere ritenuto sussistente l’illecito amministrativo contestato alle rispettive società. Ancora il gip dà atto come la stessa società Gcf abbia “allontanato gli operai ed i soggetti coinvolti nelle indagini dai propri cantieri, dando così prova della inconciliabilità dei comportamenti con un possibile coinvolgimento”».
«In forza di tali considerazioni il Giudice ha conseguentemente rigettato le richieste della Procura della Repubblica. Per quanto concerne alcuni sequestri, disposti per ipotesi residuali tributarie, la direzione Gcf annuncia che si avvarrà della facoltà di difesa nelle opportune sedi. In ultimo, rileva, la direzione fGc, il gip ha dato atto che la società ed i suoi vertici hanno avuto un comportamento corretto e, anzi, sono stati anche oggetto di ritorsioni e furti».