Infiltrazioni mafiose, confermato lo scioglimento del Comune di Cassano Jonio

Anche i giudici della corte romana hanno ribadito quanto stabilito dal decreto della Presidenza della Repubblica nel novembre 2017. Le motivazioni in appello poste dall'ex sindaco Papasso, dunque, non trovano fondamento

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di Marco  Lefosse
17 giugno 2019
14:00

Il Consiglio comunale di Cassano Jonio è stato legittimamente sciolto per infiltrazioni mafiose. Questa volta la sentenza è definitiva è giunge anche dal Consiglio di Stato che ha ratificato il provvedimento della Presidenza della Repubblica con il quale, su indicazioni del Consiglio dei Ministri, nel novembre 2017 aveva dichiarato decaduto il Consiglio comunale, il Sindaco e la Giunta per comprovate infiltrazioni criminali di natura ‘ndranghetista.

Per i giudici non c'è dubbio: «la 'Ndrangheta era in Comune»

L’udienza si è tenuta presso il palazzo di Piazza Capo di Ferro a Roma, lo scorso 30 maggio e le motivazioni opposte dai giudici della suprema corte all’appello presentato dall’ex sindaco cassanese Gianni Papasso sono lapalissiana: : «vi sono in atti, elementi e vicende su cui il Collegio ha ritenuto di svolgere un più approfondito esame, per i quali è “più probabile che non” – e sotto certi aspetti sicura – la contaminazione da parte delle potenti cosche locali di ‘ndrangheta, al fine di influenzare e indirizzare sia la libera espressione della volontà degli elettori, sia le scelte amministrative in direzione del massimo profitto per operatori vicini agli eletti e in vario modo collegati alle cosche».


Il collegio dei giudici presieduto da Franco Frattini e composto dai consiglieri Pierfrancesco Ungari, Raffaello Sestini, Ezio Fedullo e Umberto Maiello, ha respinto l’appello presentato dall’ex primo cittadino della cittadina delle terme insieme ai consiglieri comunali Filena Alfano, Antonio Clausi, Elisa Fasanella, Francesco Giardini, Giuseppe Graziadio, Felicia Laurito, Antonio Lonigro, Antonio Martucci, Lino Notaristefano, Gaetano Scarano, e agli assessori Ercole Cimbalo, Rossella Iuele, Alessandra Oriolo e Angela Salmena, contro la presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero degli Interni, la Prefettura di Cosenza e nei confronti del Comune di Cassano per l’annullamento del decreto del Presidente della Repubblica che ha sancito, nel novembre 2017, lo scioglimento degli organi elettivi del Comune per infiltrazione mafiosa.

Queste le procedure incriminate

"Pratica Maritato", contrasto all’abusivismo edilizio, affidamento degli appalti, affidamento alla “Garofalo Group” (destinataria di una interdittiva antimafia): quattro punti nei quali il collegio ha smontato completamente il ricorso di Papasso e del suo gruppo di ricorrenti.

 

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Giornalista
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