Ennesima violenza nelle carceri calabresi. L’ultimo episodio registrato arriva da Vibo Valentia dove una infermiera è stata aggredita durante il proprio turno di servizio alla Casa circondariale. La vicenda è stata resa nota dal segretario Fp Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Luciano Contartese che, intervenuto con una nota stampa, ha parlato anche della situazione lavorativa degli operatori impegnati nel penitenziario cittadino, assunti «con contratti rinnovati a singhiozzo ogni 15 giorno dall’Asp di Vibo».

«Non solo precari sul lavoro, e dunque precari anche nella vita, ma addirittura costretti a lavorare in condizioni di pericolo», sottolinea il segretario. Quanto avvenuto ai danni dell’infermiera, «è un fatto sconcertante, che sottolinea ancora una volta – laddove ce ne fosse bisogno – quanto importante sia il loro lavoro e in quali condizioni siano costretti ad esercitarlo».

«Come Fp Cgil Area Vasta – evidenzia il segretario - condanniamo fermamente il gravissimo episodio di violenza avvenuto ai danni dell’infermiera, esprimendole la piena solidarietà e la sua più ferma condanna contro le aggressioni ai medici e al personale sanitario. Purtroppo questi sono episodi che continuano a verificarsi con preoccupante frequenza, e riteniamo sia inaccettabile che ciò si verifichi poiché si mette a rischio la sicurezza e la serenità di chi lavora quotidianamente per garantire la salute pubblica».

Da qui la richiesta di «interventi immediati e concreti da parte delle istituzioni e della stessa Asp di Vibo Valentia per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e per prevenire ulteriori episodi di aggressione. Come sindacato siamo e saremo sempre al fianco dei nostri medici, infermieri e di tutto il personale sanitario. Non possiamo permettere – prosegue il sindacalista - che la paura e l’insicurezza diventino parte della loro quotidianità. È necessario un impegno collettivo per proteggere chi si prende cura di noi e per questo siamo convinti che serva investire sulla sanità con risorse adeguate, adeguato personale e strumenti utili a potenziare la capacità di risposta del Servizio sanitario pubblico».