L'Aaroi Emac sollecita ancora una volta la Regione a intervenire sulla gestione del servizio: «Può iniziare a materializzarsi il rischio di interruzione di pubblico servizio»
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La partita si sposta verso il terzo piano della Cittadella. E, infatti, ad iniziare a far rumore è il silenzio prolungato proveniente dagli uffici della struttura commissariale e del dipartimento Tutela della Salute a cui l'azienda sanitaria provinciale di Catanzaro si è più volte rivolta per ottenere chiarimenti sui compensi del personale che svolge il servizio di elisoccorso regionale.
Sollecitazioni giunte anche dal sindacato Aaroi Emac, sotto la cui ala si sono raccolti i dipendenti che da dieci mesi non percepiscono più le spettanze, bloccate dalla terna commissariale.
Tutti contro tutti
E lo stesso presidente della sezione calabrese non ha lasciato nulla di intentato, due gli incontri catanzaresi per dirimere una vicenda che rischia di provocare un tutti contro tutti.
«Entrambi i tavoli tecnici si sono sviluppati all’insegna di una collaborazione proattiva e propositiva tra aziende e sindacato» - scrive in una nota il presidente regionale del sindacato Domenico Minniti in riferimento agli incontri avuti nei giorni scorsi con i vertici dell'Asp di Catanzaro e dell'azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio. «Sono stati densi di contenuti, dall’analisi dei problemi alle proposte, elaborate a quattro mani, delle soluzioni percorribili. Condivisa la necessità di cancellare un vulnus amministrativo che si protrae da anni e che si riverbera tanto sulle aziende sanitarie ed ospedaliere della Calabria, quanto sugli operatori dell’elisoccorso».
Un silenzio che fa rumore
Non manca però l'affondo verso l'ente che pur detenendo le competenze sulla gestione del servizio è, tuttavia, rimasto silente, probabilmente deciso a non entrare nel merito di una questione che oggi scuote le aziende inducendole anche ad adottare misure drastiche con l'intento di tutelarsi da eventuali danni erariali. «Deve però, mio malgrado, evidenziare come, a fronte di una simile comunione di intenti tra le parti spicchi, da contraltare, il brillante totale silenzio da parte della regione» - parte così a lancia in resta Domenico Minniti.
«A più richieste ufficiali di sollecito confronto inoltrate dall’Aaroi Emac, infatti, né la struttura commissariale né il dipartimento Tutela della Salute hanno ritenuto di dover dare il benché minimo cenno di riscontro. La soluzione del problema, però, dovrà necessariamente passare attraverso la formalizzazione di regole d’ingaggio. Regole che, al momento, non sono perfettamente chiare e che è il caso siano, a distanza di vent’anni dalla stesura originaria, adeguatamente riscritte».
Verso la mobilitazione
«Operazione, quest’ultima, che dev’essere ovviamente congegnata alla Cittadella, attraverso il confronto tra Regione, aziende e l’associazione che maggiormente rappresenta gli anestesisti rianimatori. In assenza di ciò, infatti, si sta realizzando una situazione che potrebbe avere, nel breve termine, ricadute negative sull’erogazione del servizio e dunque sull’offerta sanitaria relativa alla rete dell’Emergenza Urgenza, già di per se stessa caratterizzata da non poche criticità. È del tutto evidente, nostro malgrado immaginare come, con un ritardo di oltre dieci mesi nell’erogazione dei dovuti compensi, e non per la mancanza di risorse, ma per l’indolenza amministrativa del Palazzo, gli “eroi” possano anche stancarsi, e - conclude la nota- come il rischio dell’interruzione del servizio possa anche cominciare a materializzarsi».