Il sindacato punta il dito contro «la distrazione o non meglio precisato utilizzo dei fondi stanziati dal governo». Ora incalza la sindacalista si dia seguito alla stabilizzazione di oltre 1.200 operatori precari
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«Dopo una lunga attesa durata per ben 26 mesi, dopo l’accordo sottoscritto dalle segreterie regionali del pubblico impiego di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, dopo mesi di forti proteste, manifestazioni e sit-in nella piazza antistante la cittadella regionale della Calabria e nei vari presidi ospedalieri di tutta la regione organizzate dai sindacati, dopo le innumerevoli sollecitazioni ai vari commissari della sanità calabrese e dopo un esposto alla Procura della Repubblica di Catanzaro presentato dalle stesse sigle sindacali, finalmente oggi apprendiamo dalla stampa locale che - forse - gli “eroi” del Covid potranno vedersi liquidata quell’indennità covid che gli operatori sanitari del resto d’Italia impegnati nell’emergenza pandemica hanno già percepito e speso da tempo». Lo si legge in un comunicato a firma di Luciana Giordano, segretaria generale della Cisl Fp.
«Una vicenda che rappresenta plasticamente tutto ciò che nel nostro sistema sanitario regionale non funziona - continua la Giordano - e soprattutto fornisce un’ulteriore prova di come la nostra sanità sia vittima di poteri che mettono a dura prova ogni sforzo e ogni volontà di liberarla dalle inefficienze e dalle disorganizzazioni che da decenni compromettono finanche la garanzia dei Lea».
«Risorse per un importo pari a 22 milioni di euro recuperati grazie a una rimodulazione, dunque, del “Programma Azione e Coesione” (Fondi PAC) 2014/2020 che saranno destinati a remunerare l’indennità covid. Un lieto fine di questa “vicenda paradossale” che vedrà finalmente il personale della sanità calabrese ottenere il dovuto ristoro per quell’enorme sacrificio sopportato in piena pandemia, riuscendo a gestire un’improvvisa e imprevedibile emergenza dentro l’emergenza cronicizzata della sanità calabrese».
«Ma non è possibile accettare i tentativi da parte di qualcuno di giustificare la distrazione e un non meglio precisato utilizzo dei fondi stanziati dal Governo nazionale con il Decreto Cura Italia (€ 7.993.950,00) e il Decreto Rilancio (€ 9.993,950,00) e incrementati ulteriormente con la Legge di bilancio 2021, per garantire un ristoro economico agli operatori sanitari che hanno rischiato la loro vita per salvare la vita di intere comunità».
«Sostenere che 14.055.923 di euro siano spariti a causa del caos prodotto dalla travolgente pandemia o peggio ancora a causa dell’allora mancato dialogo fra i commissari pro tempore e il dipartimento regionale salute è indicativo di una mentalità orientata alla rassegnazione e all’accettazione di un sistema imperfetto. La Cisl Fp Calabria non si rassegna e non accetta le imperfezioni di un sistema sanitario che va radicalmente riorganizzato in tutte le sue articolazioni, a partire dal rispetto dei tempi e delle regole che disciplinano le varie procedure e i relativi processi organizzativi, che devono essere gestiti con trasparenza e coinvolgendo le parti sociali che rappresentano gli operatori della sanità».
«Bene, pur con tanti stenti, questo capitolo è chiuso, almeno nella parte relativa all’erogazione dell’indennità covid agli operatori sanitati. Adesso bisogna dare seguito e rendere esigibile, con urgenza, un altro importante accordo sindacale, frutto di un serrato e costruttivo confronto, quello relativo alla stabilizzazione degli oltre 1.200 operatori sanitari assunti a tempo determinato per fronteggiare la pandemia».
«Si auspica di non dover attendere altri 26 mesi prima di vedere utilizzate le risorse finanziarie stanziate dalla legge di bilancio 2022 per la trasformazione del rapporto di lavoro di questi professionisti della sanità da tempo determinato a tempo indeterminato! Anche perché - si legge in conclusione - al 31 dicembre 2022 andranno in scadenza i loro contratti di lavoro, già in proroga, e i Reparti e servizi garantiti da questo Personale rischiano rispettivamente la chiusura e l’interruzione».