Si avvia a parziale soluzione la querelle che vede al centro le indennità precepite dal personale convenzionato del 118 di Catanzaro. Prima sospese, poi recuperate attraverso trattenute in busta paga dall'Azienda sanitaria provinciale perché ritenute illegittime. La questione è, infatti, approdata in Parlamento lo scorso 13 maggio quando in Senato è stato approvato un emendamento al decreto Sostegni che nei fatti sospende il recupero delle somme riferite alle annualità precedenti avviato a Catanzaro dall'Asp ma anche in Campania. 

L'emendamento

Il correttivo inserito dopo l'articolo 24-bis dal titolo "Disposizioni in materia di lavoro pubblico" recita testualmente: «Al fine di tutelare il servizio sanitario e consentire di fronteggiare l'emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus Sars Cov-2, le somme corrisposte al personale medico convenzionato addetto al servizio di emergenza-urgenza fino al 31 dicembre 2020, a seguito di prestazioni lavorative rese in esecuzione di accordi collettivi nazionali di lavoro o integrativi regionali regolarmente sottoscritti, non sono ripetibili, salvo i casi di dolo e colpa grave».

Non risolutivo

L'emendamento, tuttavia, non sembra risolutivo: «Risolve in parte il problema - conferma Francesco Esposito, segretario nazionale Fismu - in quanto è un emendamento che tende ad evitare che si possa richiedere la restituzione delle somme erogate ai medici del 118. Quindi risolve il pregresso». Il provvedimento, che dovrà ancora passare in seconda lettura alla Camera per l'approvazione definitiva, non risolve infatti il problema alla radice.

Questione di legittimità

Non si esprime, ad esempio, sulla legittimità o meno dell'emolumento che potrebbe continuare a non essere liquidato. «Questo aspetto - ha confermato Esposito - è demandato all'accordo nazionale che, secondo le previsioni che noi abbiamo a livello romano, dovrebbe arrivare a breve. Spero nel mese di giugno si possa concludere l'accordo della medicina generale».