Nella giornata odierna, i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, su ordine della Procura, hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca, anche per equivalente, di euro 37mila e 682 euro, emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro nei confronti di Claudio Parente, 64 anni, fino allo scorso gennaio consigliere regionale della Calabria e presidente del gruppo consiliare di Forza Italia. L'ex consigliere è indagato per i delitti di peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Indagati due consiglieri comunali

L’indagine, diretta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore della repubblica Nicola Gratteri, vede coinvolti anche due consiglieri comunali di Catanzaro, Francesco Gironda, 52 anni e Giuseppe Pisano, 43 anni, iscritti nel registro degli indagati per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e scaturisce da due avvenimenti solo apparentemente non collegati fra loro.

 

Il primo è l’approvazione di una delibera del Consiglio Comunale di Catanzaro, con la quale il 13 settembre 2018 l’assise municipale deliberava favorevolmente (con il voto conforme anche di Gironda e Pisano) in ordine alla possibilità di cedere un terreno di proprietà comunale all’associazione interregionale Vivere Insieme, operante principalmente nel settore dei servizi sanitari in convenzione.

 

L’altro è l’assunzione, a opera di Claudio Parente, del fratello del consigliere Gironda e della convivente del consigliere Pisano quali suoi collaboratori a tempo determinato nell’ambito della struttura speciale a sua disposizione presso il consiglio regionale. Gli approfondimenti investigativi, operati dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro, mettono in relazione i due avvenimenti nel quadro di un accordo corruttivo fra i tre indagati.

Le accuse a Parente

Parente è, infatti, risultato essere amministratore de facto di Vivere insieme, nel cui interesse la delibera 95/2018 era stata votata, mentre Gironda e Pisano risultano aver assecondato i desiderata del Parente, ottenendo pertanto quale contropartita l’assunzione dei due congiunti nella struttura speciale dell’ex consigliere regionale.

Il sequestro beni

Al fine di ricompensare i consiglieri comunali, Parente si è quindi appropriato dei fondi regionali destinati al reclutamento di personale da adibire alla propria struttura speciale, utilizzandoli indebitamente per remunerare il fratello e la convivente dei due consiglieri comunali. La somma oggetto di sequestro, pari a 37.682,80, costituisce quindi il profitto del delitto di peculato realizzato da Parente e corrisponde al totale dei compensi erogati dal Consiglio regionale della Calabria ai due congiunti di Pisano e Gironda, nell’ambito dell’incarico indebitamente loro conferito da Parente medesimo.

Aggiornamento delle ore 13.20

A distanza di qualche ora dalla pubblicazione della notizia, in un comunicato i due avvocati difensori di Claudio Parente, Giacomo Maletta ed Antonio Iannone hanno commentato la vicenda: «Si resta fiduciosi di poter chiarire il prima possibile tutte le fattispecie mosse al nostro assistito, ritenendo inverosimili le accuse contestate».