Oltre all'impianto sciistico di Lorica, si è aggiucato molti altri appalti pubblici, tra cui quelli per i lavori di piazza Bilotti a Cosenza e l'aviosuperficie a Scalea. Per lui il gip ha decretato la detenzione in carcere
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L'operazione di questa mattina vede il coinvolgimento del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, accusato di abuso d'ufficio aggravato dal metodo mafioso. Per lui è previsto l'obbligo di dimora. Secondo le accuse della procura, il governatore si sarebbe interessato di far liquidare ingenti somme di denaro pubblico a favore della ditta di Giorgio Ottavio Barbieri per la realizzazione dell'impianto sciistico di Lorica. Ma chi è l'imprenditore 42enne destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere?
Imprenditore in odor di mafia
Giorgio Ottavio Barbieri nasce a Roma ad aprile del 1976 da padre calabrese, originario di Sangineto, e benché giovanissimo capisce che il suo futuro è l'imprenditoria e che investire in Calabria forse non è un'idea così cattiva.
E' qui che apre locali, alberghi, sale gioco, ma soprattutto sfonda economicamente con l'impresa di costruzioni. Nel solo territorio del Cosentino appalta i lavori dell'aviosuperficie di Scalea, Piazza Fera a Cosenza, poi divenuta Paizza Bilotti, e l'impianto sciistico nel cuore della Sila. L'opera di Scalea non nasce sotto una buona stella, doveva essere un aeroporto pubblico ma ben presto si intuisce che non lo diventerà mai ed oltretutto è costruito accanto al letto del fiume Lao, circostanza che ne decreterà l'alto rischio di dissesto idrogeologico. Se ne occuperanno anche i programmi nazionali di inchiesta.
Ma Barbieri è un fiume in piena, macina soldi incessantemente quando, inaspettatamente, chiede un concordato preventivo per scongiurare il fallimento di alcune sue società. Il perché viene svelato nell'operazione "5 lustri", messa a segno a gennaio del 2017, dove il giovane Barbieri viene arrestato per presunte collusioni con la costa Muto di Cetraro. Al figlio dello storico boss Franco, Luigi Muto, l'imprenditore elargisce 11mila euro al mese, tutti i mesi. Questa è l'unica cosa certa, perché durante il processo affiorano diverse incongruenze. Da una parte, Barbieri è considerato una vittima del clan, sarebbe finito sul lastrico proprio a causa sua e la Cassazione ne chiede la scarcerazione; dall'altra, viene considerato contiguo alla cosca perché quella cifra gli garantisce protezione da altre eventuali richieste estorsive nei suoi cantieri e ordine pubblico nei suoi locali. Ad ogni modo, viene prima posto ai domiciliari, poi ritorna in libertà.
Il coinvolgimento nell'operazione "Martingala"
È il febbraio 2018, quando il nome di Giorgio Barbieri spunta dalle carte dell'inchiesta "Martingala", dove emerge una presunta collusione con le famiglia Bagalà e Giorgio Morabito, che gli inquirenti collegano alla cosca Piromalli di Gioia Tauro. Nell'ordinanza si fa riferimento a un appalto gestito di fatto dalla famiglia Bagalà e da Morabito, che si aggiudica formalmente la società Barbieri costruzioni srl. L'imprenditore non è destinatario di nessun provvedimento e risulta solo indagato.
L'arresto di oggi
Secondo i pm, la Regione Calabria avrebbe stanziato 4,2 milioni di euro al gruppo Barbieri per il completamento dei lavori dell'impianto sciistico di Lorica, in cambio il governatore Oliverio, che si sarebbe adoperato per liquidare i fondi, avrebbe ottenuto dall'imprenditore il rallentamento dei lavori di Piazza Bilotti. Sempre secondo i pm, parti della cifra sarebbe finita nella casse del potente clan Muto di Cetraro. Oggi, padre e figlio, Franco e Luigi Muto, sono detenuti in regime di carcere duro, dopo l'arresto nell'operazione "Frontiera" del 19 luglio 2016.