Lamezia Terme - “Una situazione molto complessa a cui lo Stato deve dare una risposta decisa tale da far sentire la presenza delle istituzioni ai cittadini lametini e calabresi”. Cosi’ commenta l’On. Barbanti dopo l’incontro con il prefetto Latella.

 

"Le operazioni condotte in questi ultimi anno da forze dell'ordine e magistratura - continua Barbanti - hanno consentito di smantellare i vertici storici dei clan sui territori. Adesso però si assiste ad un fenomeno di rioganizzazione della malavita con il tentativo di creazione di nuovi capibastone - lo dimostra la giovane età dei fermi prontamente realizzati in questi ultimi giorni - che provano a trascinare inquesta nuova spirale di barbarie imprenditori, commercianti e cittadini. Ma èproprio in questo momento di debolezza dei clan che lo Stato deve supportare icittadini facendogli percepire la sua presenza sul territorio con lo scopo di debellare definitivamente il fenomeno mafioso nella nostra terra.”

 

Nonostante l’enorme lavoro che le Forze di Polizia portanoavanti in situazioni molto difficili, il loro impegno si scontra con le difficoltà della Magistratura che nonostante la dedizione di Gip e Magistrati non riesce a sopperire all’ enorme carico dilavoro in quanto l’organico e’ notevolmente sottodimensionato.

 

Necessari a questo punto, oltre al dovuto ed indifferibile aumento dell'organico degli organi giudiziari, la creazione di sistemi di premialità, come ad esempio ilRating di Legalità, per leaziende che non si piegano alle richieste della ‘ndrangheta e che potrebbe garantire un maggiore accesso al credito sevengono rispettati alcuni criteri che assicurano all’azienda un punteggio chene accerti la virtuosità.

 

Utile anche il protocollo di intesa ratificato a dicembre tra la Prefettura e Unindustria per replicare sulle aziende private il sistema di "certificazione" antimafia in uso nella Pubblica Amministrazione.

 

“Naturalmente tutto questo non può prescindere – conclude Barbanti– da un massiccio investimento su scuola e cultura che deve vedere impegnato ilGoverno in prima persona, perché i cambiamenti non possono dipendere soloda incentivi di tipo economico. Senza il contributo di un sistema scolastico che sradichi dal profondo la concezione di sudditanza alla mafia e senza gliinvestimenti in cultura che possano poi creare degli sbocchi lavorativi, difficilmente potremmo assistere ad un reale cambiamento in poco tempo”.