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Condanna a 10 mesi, pena sospesa e non menzione. Si chiude con il patteggiamento la posizione di Ivan Ieracitano, 58 anni, nativo di Pizzo e residente a Filadelfia, indagato e finito davanti al gup del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Antonio Gaglioti, l’operaio 49enne di Pizzo Calabro deceduto all’ospedale “Pugliese” di Catanzaro dopo dieci giorni di coma a causa di un incidente sul lavoro avvenuto il 3 dicembre 2015 in un locale della “Giacinto Callipo Conserve Alimentari spa”, azienda specializzata nella lavorazione del tonno con sede Maierato. Ivan Ieracitano – responsabile del servizio prevenzione e sicurezza dell’azienda Callipo – ha patteggiato la pena a 10 mesi assistito dagli avvocati Vincenzo Gennaro e Marcello Colloca.
Per quanto riguarda invece le posizioni di Pippo Callipo, 71 anni, di Pizzo Calabro, amministratore unico della società della “Giacinto Callipo Conserve Alimentari spa”, e di Moreno Ceravolo, 59 anni, pure lui di Pizzo, dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura di Vibo Valentia (pm Concettina Iannazzo) il gup ha pronunciato un’ordinanza istruttoria.
Eccola: “Ritenuto necessario accertare se all’epoca dei fatti Ceravolo rivestisse formalmente o di fatto le funzioni di preposto alla sicurezza nell’azienda Callipo e, in caso positivo, se avesse ricevuto adeguata formazione in materia, dispone che il pubblico ministero completi le indagini su tale tema acquisendo l’organigramma delle figure addette alla sicurezza sul lavoro, l’attestazione di inquadramento e la qualifica professionale, con indicazione delle mansioni attribuitegli, anche nel campo della sicurezza sul lavoro”. Il pubblico ministero avrà 90 giorni di tempo per completare le indagini. A seguito di tale ordinanza istruttoria, il gup ha quindi rinviato l’udienza preliminare per Pippo Callipo e Moreno Ceravolo al 29 maggio 2018.
L’accusa contesta ai due indagati “negligenza, imprudenza e imperizia, nonché inosservanza della specifica normativa antinfortunistica” nel reato di omicidio colposo che ha poi portato alla morte dell’operaio di Antonino Gaglioti, deceduto mentre stava sostituendo i vetri sopra il capannone dello stabilimento dell’azienda Callipo, precipitando da un’altezza di circa cinque metri (in assenza delle cinture di sicurezza e di adeguati sistemi di protezione), riportando molteplici e gravissime lesioni che l’hanno poi condotto alla morte. Per Callipo e Ieracitano la contestazione (ricompresa nell’ipotesi di reato d omicidio colposo) di non aver fornito a Gaglioti “i necessari ed idonei dispositivi di protezione individuali”.
G.B.