VIDEO | Parla Vincenzo Zagarola, il militare che ha coordinato gli interventi per liberare la nave incagliata. Per evitare la manomissione dei dati delle manovre prima della collisione è stato subito sigillato il sistema
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Prima di rilasciare dichiarazioni, ha atteso di decretare ufficialmente finita l’emergenza e, così, il comandante Vincenzo Zagarola parla mentre dalla finestra del suo ufficio si vede la nave finalmente all’ormeggio. Meno di 48 ore di blocco del porto di Gioia Tauro, per la portacontainer andata a sbattere contro gli scogli del molo sud, con il mercantile disincagliato in 24 ore: sciorina numeri precisi il militare che guida la Capitaneria di porto dopo aver coordinato operazioni ispirati dalla necessità di preferire la sicurezza allo smistamento internazionale della merce.
«La chiusura del porto non si poteva evitare – conferma Zagarola – perché l’imboccatura era per quasi la metà occupata dalla nave incagliata e dai mezzi che tentavano di liberarla». Non è solo dall’interdizione del traffico che si è visto il senso di responsabilità dimostrato dal comandante, che – vista l’emergenza – ha autorizzato l’utilizzo straordinario di un quinto rimorchiatore non ancora registrato.
«Dopo il disincaglio – prosegue - abbiamo anche accertato che il danno allo scafo non impediva il suo galleggiamento, decidendo di far rimanere la nave in rada in modo che non creasse altri pericoli sostando nel terminal». Ora la Msc Helein è sotto la prima gru della banchina alti fondali, ma il comandante precisa: «I container a bordo possono essere lavorati, ma la nave deve rimanere ferma il tempo necessario per le nostre ispezioni».
Sulla scatola nera, ovvero il sistema di bordo che registra ogni situazione, Zagarola fa una rivelazione. «I dati sono stati protetti già quando la nave era incagliata – spiega – per evitare eventuali manomissioni». Sui tempi dell’ispezione non ci sono previsioni precise, ma di una cosa Zagarola si dice certo. «La comunità portuale in tutte le sue componenti professionali – rimarca – ha dimostrato grande prontezza e competenza, risolvendo la situazione meglio di quanto fatto in casi internazionali analoghi di recente». Il riferimento sembra essere al blocco prolungato del canale di Suez, liberato solo grazie all’intervento di ben 13 rimorchiatori.