Gli inquirenti: «Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. L’accertamento sul cavo necessita di verifiche tecniche». Nel crollo morte 14 persone tra cui due giovani calabresi. Grave un bimbo di 5 anni
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La funivia aveva terminato la sua corsa, mancavano pochi metri all'arrivo. Lo schianto ha fatto 14 morti, tra i quali ci sono anche i due fidanzati di Diamante: Serena Cosentino, 27 anni (nata a Belvedere Marittimo ma residente a Diamante) e Hesam Shahisavandi, 23 anni.
Sarà la procura di Verbania ora a tentare di far luce su quanto accaduto ieri, la caduta della cabina della linea Stresa-Mottarone. «L’intera area è stata posta sotto sequestro e nomineremo dei tecnici per accertare le cause dell'incidente» ha detto il procuratore Olimpia Bossi.
«Per ora procediamo per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose, poi dobbiamo verificare anche la fattispecie dei reati colposi di attentato alla sicurezza dei trasporti, anche in base alla natura pubblica o meno dell'impianto». Bisognerà anche stabilire se il cavo si sia rotto o sganciato: «Non è un accertamento che può essere fatto nell’immediatezza sarà necessario fare verifiche di carattere tecnico».
Le vittime
Sono 14 i morti, tra cui anche un bambino di 9 anni dell'incidente sul Mottarone. Sono gravi ma stabili le condizioni del bimbo di 5 anni rimasto, invece, ferito nello schianto della funivia. Il bimbo che ieri è stato sottoposto a un lungo intervento chirurgico per ridurre le fratture agli arti inferiori è ricoverato in rianimazione all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, è intubato e sedato. La prognosi resta riservata.
La dinamica
La cabinovia è precipitata per «15-20 metri, poi ha rotolato per qualche decina di metri e si è fermata contro due tronchi di alberi», spiega Giorgio Santacroce, tenente colonnello del Nucleo operativo dei carabinieri di Verbania. L’incidente è avvenuto poco prima delle 12 e l’impatto è stato devastante tanto che alcuni corpi sarebbero stati sbalzati e trovati ad alcuni metri di distanza dal cavo tranciato.
Storia dell'impianto
Chiusa nel 2014 una revisione generale, la funivia del Mottarone ha riaperto nel 2016 dopo due anni di lavori di manutenzione e ammodernamento, affidati alla società Leitner. Il 13 agosto 2016 è stata inaugurata la riapertura della funivia e tra ottobre-dicembre 2016 sono state anche rinnovate le relative stazioni di riferimento della funivia. Una scelta quella di chiudere non senza incertezze vista la longevità dell'infrastruttura. I lavori per la funivia che collega Stresa e la cima del Mottarone partono nel 1963 per sostituire il vecchio percorso ferroviario datato al 1911, con tanto di stazione in stile Liberty, con un nuovo impianto più funzionale e veloce. I lavori, affidati alla ditta Piemonte Funivie, vanno avanti alcuni anni fino all'inaugurazione dell'impianto il primo agosto del 1970.
Nel 2002 la funivia è stata sottoposta a una revisione straordinaria eseguita dalla ditta Poma Italia (ora Agudio). Nel 2009, a completamento dell'opera, è stata costruita dalla società Leitner una seggiovia biposto che dalla stazione di arrivo della funivia al Mottarone conduce alla croce in vetta al monte (1491 m s.l.m.), alle piste da sci e ad Alpyland, una nuova area divertimenti sorta nel 2010, e costituita da un alpine coaster (bob su rotaia).
La funivia è strutturata in due tronconi, ciascuno con due cabine dalla portata di 35 persone. Il primo troncone della funivia parte a 205 metri in località Lido di Carciano, a Stresa e raggiunge la Località Alpino, dove si trova il Giardino botanico Alpinia. Il secondo tronco parte agli 803 m dell'Alpino e raggiunge un pianoro immediatamente sotto la vetta del Mottarone, posto a 1385 m, da questa posizione è possibile raggiungere i 1491 m a piedi o con una seggiovia realizzata nel 2009.
La società di gestione
«I controlli, le verifiche, la manutenzione sono tutte a posto. Poi quel che è accaduto è tutto da verificare», ha detto l'avvocato Pasquale Pantano, difensore della società che gestisce la funivia del Mottarone, parla dopo l’incidente. L'impianto, da quanto risulta, è di proprietà del Comune di Stresa.