Il tribunale della libertà di Reggio Calabria ha revocato la misura interdittiva emessa a carico dell'imprenditore Francesco Deraco di Cittanova, amministratore unico e titolare della Deraco costruzioni srl. I giudici reggini hanno accolto la richiesta avanzata dagli avvocati Domenico Putrino e Caterina Albanese. L'imprenditore è rimasto coinvolto nell'inchiesta Waterfront, operazione della procura antimafia di Reggio Calabria che ha fatto luce su un giro di presunti appalti pilotati per favorire il clan Piromalli.

 

 

Il gip aveva applicato a Deraco il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e di non potere svolgere attività di direttore e o amministratore di società per un anno. Gli avvocati Putrino e Albanese hanno presentato appello, accolto integralmente dal tdl che ha revocato la misura con effetto immediato consentendo lo svolgimento dell'attivita lavorativa personale e della ditta.

 

Il provvedimento del tdl segue quello di accoglimento a favore della ditta Deraco costruzioni operato dal tdl a luglio, con quale aveva disposto la restituzione della società al legittimo proprietario Francesco Deraco. Il tdl ha fatto proprie le osservazioni difensive, secondo le qualie né la ditta né il Deraco avessero mai avuto rapporti illeciti con il gruppo Bagalà di Gioia Tauro e con ambienti malavitosi.

 

Nessun rapporto neanche con Giorgio Morabito di San Giorgio, considerato dalla Dda reggina il regista delle presunte turbativa di asta contestate e ritenuto vicino alla cosca Piromalli di Gioia Tauro. La società dopo un forzato fermo di quasi tre mesi potrà tornare operativa e quindi assumere e acquisire commesse pubbliche e private.