Quasi 30 anni dal primo progetto esecutivo non sono bastati per completare un’opera pubblica funzionale solo al piano terra. Così, il procuratore Falvo ha aperto un fascicolo contro ignoti
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Vuole vederci chiaro il procuratore di Vibo Valentia, Camillo Falvo, sui lavori di costruzione del nuovo Tribunale di via Lacquari e capire le ragioni dei ritardi di un’opera pubblica la cui prima pietra risale al 1996. Lo fa attraverso l’apertura di un fascicolo di inchiesta contro ignoti e nel quali le ipotesi di reato devono ancora essere delineate compiutamente al termine dell’attività di indagine affidata alla polizia giudiziaria della Procura.
La nascita del nuovo tribunale di Vibo
La cronistoria. È il 15 maggio 1992 quando la Giunta comunale di Vibo Valentia approva il progetto esecutivo generale per l’importo di Lire 42.400.662.480. Con determinazione dirigenziale n° 477 dell’11 luglio 2002 è stato quindi approvato il progetto esecutivo del secondo lotto per un importo di 4.389.956,61 euro, approvato dal Provveditorato alle Opere Pubbliche per la Calabria e successivamente appaltato e realizzato.
Con delibera di Giunta Comunale n° 370 del 4 novembre 2004, quindi, è stato approvato il progetto esecutivo del terzo lotto per un importo complessivo di 11.000.000,00 di euro, che contestualmente è stato trasmesso al Ministero delle Infrastrutture per l’acquisizione del parere di competenza; con nota del 02.02.2006, il comitato tecnico amministrativo ha restituito il progetto per essere rielaborato alla luce delle integrazioni richieste con parere n.15/2005.
A seguito della trasmissione del progetto rielaborato e dell’ulteriore esame del comitato tecnico amministrativo, il Provveditorato OO.PP. Sicilia-Calabria con nota prot. n° 3247 del 06.06.2007 ha restituito il progetto per essere rielaborato alla luce delle integrazioni richieste con parere n.4/2007. Con nota del 30.09.2008, il Ministero ha così comunicato l’approvazione definitiva del progetto.
I soldi mancanti per il terzo lotto
In questa storia di ritardi e di una politica che è rimasta a guardare, dopo l’approvazione definitiva del progetto i lavori per la realizzazione del terzo lotto non sono stati poi appaltati per la mancanza del finanziamento.
Con la delibera Cipe del 10 aprile 2015, il Comune di Vibo Valentia è risultato assegnatario del finanziamento richiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri inerente i lavori di “Completamento del Nuovo Palazzo di Giustizia- III lotto” per un importo complessivo di 11.000.000,00 di euro, a seguito del la ricognizione degli interventi segnalati dai sindaci al la Presidenza del Consiglio in risposta al l’invito del Presidente Renzi del 2 giugno 2014, ed al successivo perfezionamento del l ‘istruttoria. Il progetto di 11.000.000,00 euro è stato poi inserito nel Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2015-2017, approvato con deliberazione della giunta comunale n° 66 del 15.04.2015, nell’annualità 2015.
Le ditte, l’aggiudicazione, il Tar e le perizie
I lavori nel 2016 sono stati quindi aggiudicati in via definitiva all’impresa Polimpianti srl. con sede a Villaricca (Na) in avvalimento con la l’impresa Past Costruzioni. A seguito del ricorso presentato dall’impresa Manelli srl, il Tar ha accolto le ragioni di tale ditta e ha annullato il provvedimento di aggiudicazione. Con verbale di gara d’appalto redatto in data 19 gennaio 2017, relativo all’appalto per l’affidamento dei lavori, è stata però nuovamente confermata aggiudicataria in via definitiva l’impresa Polimpianti s.r.l., in avvalimento con la Past Costruzioni srl per l’importo di 1.767.101,70 euro, oltre a 1.533.548,90 euro per costo del personale, 91.396,46 euro per oneri di sicurezza ed Iva, con un ribasso percentuale offerto del 63,7030 per cento. Con determinazione dirigenziale n° 43 del 27.01.2017 si è poi proceduto ad omologare il verbale di gara d’appalto redatto il 19 gennaio 2017, relativo all’intervento “Lavori di completamento Nuovo Palazzo di Giustizia – III lotto” dell’importo complessivo di 6.493.396,46 euro.
Nel febbraio del 2017 è avvenuta poi la cessione in affitto del ramo d’azienda da parte dall’impresa Polimpianti s.r.l in favore dell’impresa Sici srl, anche questa con sede a Napoli.
In data 19 febbraio 2018, la formale consegna dei lavori nei confronti della Sici srl e il 17 ottobre 2018 l’approvazione della perizia di variante tecnica e suppletiva con una maggiore spesa di lavori di 75.978,43 euro. Il 17 gennaio 2019, il Comune di Vibo ha inoltre autorizzato l’impresa Sici srl a subappaltare alcuni lavori all’impresa “Ies” srl con sede a Napoli.
Con determinazione dirigenziale n° 644 del 10 maggio 2019, nuova approvazione da parte del Comune di Vibo della II° Perizia di variante con una maggiore spesa di lavori di 592.764,47 euro. Infine il settimo stato di avanzamento dei lavori del terzo lotto è stato approvato nel febbraio scorso.
30 anni dopo il primo progetto
Quasi 30 anni dal primo progetto esecutivo non sono bastati per completare un’opera pubblica funzionale solo al piano terra. Nel frattempo, l’inchiesta “Rinascita-Scott” contesta a Michele Lo Bianco (alias “Satizzu”), Domenico Macrì e Carmelo Chiarella, tutti di Vibo Valentia, il concorso in estorsione e danneggiamento seguito da incendio, ai danni dell’impresa aggiudicataria dei lavori di completamento del nuovo Tribunale di Vibo Valentia di via Lacquari. Il 14 marzo 2018 al capo cantiere della ditta è stata infatti recapita una testa di agnello posizionata sulla sua autovettura (poi incendiata il 20 marzo 2018). Secondo l’accusa, Domenico Macrì avrebbe agito in qualità di mandante, Carmelo Chiarella quale esecutore materiale e Michele Lo Bianco formulando insistentemente reiterate richieste al capo cantiere di partecipare ai lavori di completamento del nuovo Tribunale attraverso forniture di materiali.