Ha risposto a tutte le domande nel corso dell'interrogatorio il sindaco di Badolato, Nicola Parretta, arrestato e posto ai domiciliari il 29 gennaio scorso dai carabinieri, insieme ad altre 43 persone, nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro su presunti rapporti con la cosca Gallace della 'ndrangheta.
Insieme a Parretta sono stati arrestati tra gli altri, nella stessa operazione, il vicesindaco, Ernesto Maria Menniti; il presidente del Consiglio comunale, Maicol Paparo, e gli assessori Antonella Giannini e Andrea Bressi.

Parretta e le altre persone coinvolte nell'inchiesta sono accusati, tra l'altro, di associazione per delinquere di tipo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso. Nel corso dell'interrogatorio, condotto dal gip distrettuale Sara Merlini, il sindaco Parretta è stato assistito dai suoi difensori di fiducia, gli avvocati Salvatore Staiano e Giuseppe Mussari.

I due legali, in una nota, affermano che Parretta «ha risposto, ad ogni domanda, senza sottrarsi ad alcuna, con cospicuità di indicazioni fattuali. Ha spiegato il rapporto tra la propria lista elettorale e l'altra, definita “civetta”, sottolineandone l'assoluta liceità. Ha spiegato inoltre natura, forma e contenuti del rapporto con l'imprenditore Antonio Paparo (arrestato nell'ambito della stessa operazione e padre del presidente del Consiglio comunale, ndr), ribadendo più volte che non ha mai subito alcuna minaccia e sottolineando che, laddove fosse accaduto, non avrebbe esitato a denunciare i fatti». 
«I difensori – conclude la nota – si sono riservati qualsivoglia iniziativa, intendendo rivalutare le ipotesi di reato contestate alla luce dei contenuti dell'interrogatorio».