La Procura sta indagando sulla mancata raccolta della spazzatura in città e il rispetto del capitolato d’appalto. Nei giorni scorsi era stata ascoltata la dirigente comunale
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Sei ore di interrogatorio dinanzi agli investigatori della polizia giudiziaria della Procura, aliquota carabinieri “Nucleo Ambiente”, per il comandante della polizia municipale di Vibo Valentia, Filippo Nesci.
Top secret, naturalmente, il contenuto dell’interrogatorio e nulla trapela dagli inquirenti che mantengono il più stretto riserbo. L’inchiesta è però quella sui rifiuti in città, o meglio sulla mancata raccolta della spazzatura nel mese di agosto e sul rispetto del capitolato d’appalto da parte della ditta catanese Dusty addetta alla raccolta della spazzatura e alla pulizia di strade marciapiedi, aiuole e spiagge. La polizia municipale ha il compito del controllo del territorio per reprimere le violazioni ambientali e, quindi, anche le violazioni nella raccolta dei rifiuti.
Non difficile, quindi, ipotizzare il tema dell’interrogatorio del comandante Filippo Nesci dinanzi ai carabinieri che conducono l’inchiesta sotto il coordinamento del procuratore Bruno Giordano, intenzionato più che mai a vederci chiaro sino in fondo su tutto ciò che non ha funzionato nel mese di agosto nella raccolta dei rifiuti, con la città trasformata in una sorta di discarica a cielo aperto. E le cose che non tornano sembrano essere davvero tante. Ciò che appare certo, è che di cose da chiedere al comandante della polizia municipale gli investigatori devono averne avute parecchio, stando alle ore (ben sei) in cui lo stesso Nesci si è trovato seduto dinanzi ai carabinieri.
Del resto, anche gli amministratori della ditta Dusty avevano scaricato le responsabilità del degrado in città sugli incivili che gettano i rifiuti ovunque e sui mancati controlli da parte della polizia municipale che non è dato al momento sapere quanti cittadini ha sanzionato e se e quali controlli ha sinora compiuto. Ad arricchire la giornata degli inquirenti, anche l’escussione oggi di altri e diversi operai della ditta Dusty che hanno potuto spiegare il loro operato e cosa, a loro avviso, si è inceppato nella raccolta dei rifiuti.
L’inchiesta procede dunque spedita e in una direzione ben precisa: accertare se tutte le voci del capitolato d’appalto aggiudicato dalla ditta Dusty per 10 milioni di euro sono state rispettate e se chi doveva controllare ha fatto sino in fondo il proprio dovere. Solo in questi giorni, in ogni caso, si sono rivisti all’opera gli operai in alcune zone della città, intenti a ripulire i marciapiedi dalle erbacce.
Un “effetto Procura” salutato con favore dai cittadini, in attesa di sapere chi ha sbagliato e perché. Ipotizzate le singole fattispecie di reato consumate con la mancata raccolta dei rifiuti e la trasformazione del territorio comunale in una discarica, si sta cercando di attribuire le singole responsabilità penali ed in tal senso la sensazione è che le sei ore di interrogatorio di Filippo Nesci (nei giorni scorsi erano stati interrogati anche Adriana Teti ed Alfonso Colaci) sono destinate a lasciare il segno in un’inchiesta che rischia di travolgere più di qualcuno a Palazzo Luigi Razza.