La sesta sezione penale della Cassazione ha annullato con rinvio il sequestro del trolley trovato nella disponibilità di Salvatore Guido, fratello di Silvia, già imputata in Reset Recovery.
All’interno della valigia i carabinieri di Cosenza avevano trovato 389mila euro. Il caso in prima battuta era stato trattato dalla procura di Cosenza, poi gli atti erano stati trasmessi alla Dda di Catanzaro in quanto i magistrati antimafia ritengono che si configurasse il reato di favoreggiamento con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Agevolazione, tanto per intenderci, riconducibile al clan degli italiani.

Per la Dda, nel trolley ci sarebbero i “soldi sporchi” di Silvia Guido e di Roberto Porcaro, frutto delle varie attività illecite poste in essere negli anni per conto del clan “Lanzino-Patitucci“. Una sorta di “bancomat“, da utilizzare nel momento di necessità.

Ed invece, sia la procura generale della Cassazione che la sezione chiamata ad esprimersi sulla vicenda giudiziaria, hanno dato ragione agli avvocati Giorgia Greco e Tanja Argirò. I legali di Salvatore Guido hanno censurato l’impianto accusatorio sia un punto di fatto che di diritto, rilevando una serie di contraddizioni che evidentemente verranno messe in chiaro nelle motivazioni che la Suprema Corte depositerà nei prossimi mesi.

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