Sarà il prossimo venerdì il giorno decisivo per capire le sorti dell’inchiesta Passpartout, istruita dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e che ha fatto luce su presunte irregolarità commesse nelle procedure di realizzazione di diverse opere pubbliche nella provincia di Cosenza. Questa mattina è stata celebrata una nuova udienza dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro, Alfredo Ferrara, durante la quale si sono svolte le discussioni della pubblica accusa e delle difese.

 

Sei ore di discussione

Oltre sei ore di udienza conclusa con un rinvio a nuova data per decidere sul rinvio a giudizio di sedici dei venti indagati tra cui figura l'ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, l'ex parlamentare Nicola Adamo, l'attuale sindaco del Comune di Cosenza Mario Occhiuto, il presidente di Sorical Luigi Incarnato e alcuni dirigenti regionali: Fortunato Varone attuale dirigente pro tempore della Protezione Civile e Luigi Zinno ex dirigente generale del settore Lavori Pubblici della Regione Calabria oltre a Giuseppe Lo Feudo, direttore generale delle Ferrovie della Calabria. Gli altri imputati sono: Pietro Ventura, Rocco Borgia, Antonio Capistro, Giuseppe Trifirò, Luca Morrone, Santo Marazzita, Giulio Marchi, Armando Latini e Giovanni Forciniti.

 

Riti abbreviati

In quattro hanno optato invece per il giudizio con rito abbreviato: Tito Berti Nulli, Pasquale Gidaro, Arturo Veltri ed Eugenia Montilla. Il Gup ha stralciato le quattro posizioni rinviando al 23 ottobre la discussione con rito alternativo.

 

Le accuse

Secondo le ipotesi della Procura sarebbe stato Nicola Adamo punto di riferimento di un'associazione a delinquere finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione e, nello specifico, si contesta a vario titolo agli imputati, turbata libertà degli incanti, corruzione, traffico di influenze illecite, abuso d'ufficio e frode nella pubblica fornitura.

 

 

Regista occulto

Nicola Adamo è considerato dagli inquirenti regista occulto delle scelte dell'ex presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, in continuo contatto con dirigenti regionali - Luigi Zinno e Giuseppe Lo Feudo - per conoscere ed indirizzare le procedure di gara di alcune opere pubbliche. In particolare, il sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza e Rende gravato, secondo l'ipotesi della Procura, da numerose illegittimità tra cui l'esser stato indetto con una procedura di gara basata su una conferenza dei servizi incompleta.

 

 

La spallata ad Occhiuto

Traffico di influenze illecite è invece, il reato contestato in concorso ad Oliverio, Adamo e Luigi Incarnato che sfruttando le sue relazioni politiche con i consiglieri eletti al Comune di Cosenza si sarebbe messo a disposizione, al fine di ricevere vantaggi patrimoniali rappresentati dalla possibilità di ricoprire incarichi pubblici, per provocarne le dimissione e così la decadenza del sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

 

 

Mario Occhiuto

Quest'ultimo anch'egli imputato con l'accusa di corruzione perchè avrebbe sottoscritto un accordo di programma per la realizzazione della metropolitana accettando in cambio e quale utilità i finanziamenti per la realizzazione del museo di Alarico, opera oggetto di una gara d'appalto illegittima.

 

Fortunato Varone

Abuso d'ufficio è il reato contestato a Fortunato Varone, dirigente pro tempore della Protezione Civile regionale, e finito nel calderone dell'inchiesta quando era a capo del dipartimento Lavoro della Regione Calabria. Avrebbe tentato di avvantaggiare Giovanni Forciniti riaprendo i termini per la presentazione delle candidature per la procedura di nomina del direttore generale dell'azienda Calabria Lavoro per consentirgli di entrare in possesso dell'attestazione di conoscenza della lingua inglese.

 

Il collegio difensivo è composto da Enzo Belvedere, Nicola Carratelli, Vittorio Cavalcanti, Danilo Iannello, Vincenzo Ioppoli, Francesco Gambardella.