Le intercettazioni sono inutilizzabili. Lo ha dichiarato oggi il Tribunale di Catanzaro pronunciandosi sull'istanza avanzata dagli avvocati Antonio Lomonaco e Carlo Petitto nell'ambito del procedimento scaturito da due diverse inchieste poi riunificate in un unico processo: Catanzaropoli e Multopoli, ancora in fase di dibattimento.

I due filoni

Quest'ultimo nato proprio come una costola del procedimento principale – Catanzaropoli – con il quale l’ufficio di Procura aveva fatto luce sulle presunte modalità di raccolta delle firme in favore della lista “Per Catanzaro”, messa a punto dall’ex assessore Massimo Lomonaco a sostegno della candidatura dell’attuale sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, alle elezioni comunali del 2012. Con Multopoli, invece, la Procura di Catanzaro aveva indagato su una presunta associazione a delinquere che avrebbe operato per annullare verbali elevati a seguito di infrazioni al codice stradale

Inutilizzabilità

Il Tribunale ha oggi dichiarato l'inutilizzabilità di una serie di intercettazioni captate nella prima fase di indagine e poi confluite nel secondo filone. Si tratta di captazioni attinenti «alle contestate false sottoscrizioni utili alle presentazioni di una lista elettorale alle elezioni comunali di Catanzaro e dunque a diversa e autonoma indagine. In particolare, nel corpo delle richieste della polizia giudiziaria di proroga delle captazioni in data 24 aprile 2013 e 9 maggio 2013, era emerso il primo riferimento alla questione dell'annullamento delle multe stradali poi confluite nel successivo filone investigativo denominato Multopoli».

La tesi

«Medesime considerazioni dovevano altresì mutuarsi per le conversazioni riferite ad altro soggetto allorchè nelle operazioni di captazione erano state registrati colloqui relativi alla questione degli incarichi professionali. In specie la vicenda Barbuto/Cardamone poi confluita nel dverso ed autonomo procedimento denominato Catanzaropoli». Questa la tesi propugnata dai due avvocati che oggi ha trovato accoglimento con la dichiarazione di inutilizzabilità delle intercettazioni.

L'ordinanza

«Deve evidenziarsi come siano le stesse note della polizia giudiziaria a dare contezza del fatto che i due nuovi filoni di indagine fossero emersi in corso di captazioni afferenti al diverso oggetto dei falsi elettorali» annota il giudice nella odierna ordinanza. «Ed è di tutta evidenza che la vicenda Multopoli non avesse alcuna attinenza con la prima. Medesime caratteristiche di autonomia connotano la questione incarichi nelle richiamate proroghe. Trattasi di vicende che non presentano alcuna connessione: non sotto il profilo del concorso di persone nel reato, atteso che i concorrenti nel reato non coincidono con gli imputati degli altri due fascicoli procedimentali. Non sotto il profilo del vincolo della continuazione posto che trattasi di una congerie di fatti poi descritti nelle imputazioni rispetto ai quali non è possibile desumere collegamento alcuno con le vicende della sottoscrizione di firme contestate come false di una lista elettorale. Tanto meno sotto il profilo finalistico ossia di reati connessi gli uni per occultare o eseguire gli altri stante la solare autonomia dei contesti dei tempi, delle modalità di azione e delle causali».