«Sai quel è la differenza tra me e Riina? Che Riina li squaglia nell'acido io me li porto a Calmavi, ho una 'livara' li appendo là con una corda e con una scimitarra ogni tanto gli taglio un pezzo e gli metto al cane. Questa è la differenza tra me e coso».

 

A pronunciare queste parole è Giuseppe Demetrio Tortorella, medico odontoiatra, ex assessore all'Urbanistica del comune di Reggio Calabria negli anni '90 nonché uno degli arrestati nell'operazione "Libro nero".

 

Tortorella, intercettato dagli investigatori, parla con un amico, Stefano Sartiano - esponente di spicco della cosca Libri - il 13 dicembre 2016 nel suo studio e riferisce di un suo colloquio con l'esponente del Pd Demetrio Naccari Carlizzi che aveva tentato di allontanarlo dalla carica di assessore che ricopriva al tempo.

Il politico, durante la discussione, aveva paragonato l’ex assessore a Totò Riina. A questa comparazione lui aveva risposto con la frase inequivocabile sull'acido e la scimitarra.

 

Nel corso del dialogo con l'amico, Tortorella parlando delle doti di Naccari Carlizzi dice che a suo giudizio «è il politico dopo Paolo Romeo», l'ex deputato del Psdi imputato nel processo "Gotha". Una frase pronunciata perché l’ex parlamentare era ritenuto il capo della cupola politico-affaristico-mafiosa che parrebbe condizionasse la vita politico-amministrativa della città metropolitana dello stretto in quegli anni.

 

In un'altra intercettazione, Tortorella parla anche di un altro arrestato durante l’operazione “Libro nero” ovvero Alessandro di Nicolò. Sul consigliere regionale di Fdi l’ex assessore del comune dice: «ricordati che abbiamo a Nicolò, una cosa nostra nostra, voglio dire, io te lo dico a te Franco per dirti è una cosa nostra cioè non è .. è come a noi va..».