Sono stati rinviati a giudizio tutti gli imputati che hanno scelto il rito ordinario nel processo “Libro nero” che vede alla sbarra diverse persone con l’accusa di appartenere o essere comunque collegate alla potente cosca Libri di Reggio Calabria. La decisione del gup distrettuale, dottor Quaranta, è giunta nella giornata di oggi a seguito della discussione di accusa e difesa. 

La scelta del rito abbreviato 

In otto avevano scelto, nell’udienza dello scorso 31 luglio, il rito abbreviato. Si tratta del boss Antonino Caridi, Giuseppe Libri, Gianpaolo Sarica, Antonio Zindato, Giuseppe Serranò, Giuseppe La Porta, Antonio Presto e Pasquale Repaci. Per loro il processo inizierà il prossimo 29 ottobre.   

 

I politici rinviati a giudizio  

Fra gli imputati rinviati a giudizio figurano, invece, anche diversi uomini politici. In primis l’ex consigliere regionale Alessandro Nicolò, accusato di associazione mafiosa, per aver fatto parte della cosca Libri, assicurando agli appartenenti al clan benefici di vario genere come procacciamento di poti di lavoro, attribuzione di incarichi fiduciari in enti locali; risoluzione di problematiche varie con le amministrazioni pubbliche, aggiudicazioni di appalti. Il tutto in cambio di ingenti pacchetti di voti procurati dalla ‘ndrangheta in occasione delle diverse consultazioni elettorali. Per la Dda, dunque, Nicolò era l’uomo di riferimento delle cosche all’interno delle istituzioni. Nei suoi confronti due capi d’imputazione relativi ad episodi di corruzione elettorale sono stati annullati dal gup che ha disposto il non luogo a procedere, dopo aver dichiarato l’inutilizzabilità delle intercettazioni per difetto di connessione tra il fatto-reato per il quale le intercettazioni erano state disposte e il fatto-reato emerso dagli esiti delle stesse, nonché per i limiti di pena previsti dal reato contestato.  

Fra gli imputati vi è anche l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, accusato di aver stretto uno «stabile solido e proficuo pactum sceleris con i rappresentanti delle più potenti articolazioni territoriali (cosche Libri, Alampi, Serraino, Condello), operanti nel mandamento di Reggio Calabria». Anche nel caso di Naccari, per la Dda, vi era la richiesta e la ricezione di voti per sé e per le persone da lui indicate e come controprestazione avrebbe offerto la propria disponibilità per l’aggiudicazione di appalti, la risoluzione di problematiche, l’assunzione in enti pubblici o privati di affiliati o soggetti vicini al sodalizio, il conferimento di incarichi pubblici. Per lui l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa.  

Non è accusato di mafia, ma è comunque rinviato a giudizio l’ex capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Sebi Romeo, nonostante un giudicato cautelare della Cassazione che aveva escluso esigenze cautelari e gravità indiziaria. Per lui, per Francesco Romeo, sottufficiale della Guardia di Finanza e Concetto Laganà, l’accusa è relativa ad un episodio di corruzione finalizzato all’assunzione di una persona in una ditta di autotrasporti in cambio di notizie coperte da segreto investigativo. 

La prima udienza del processo ordinario è fissata per il prossimo 3 dicembre davanti al Tribunale penale di Reggio Calabria.  

Gli imputati rinviati a giudizio 

  1. Libri Rosa 
  2. Pellicanò Saveri 
  3. Putortì Giuseppe 
  4. Sartiano Stefano 
  5. Naccari Carlizzi Demetrio 
  6. Nicolò Alessandro 
  7. Romeo Sebastiano  
  8. Romeo Francesco 
  9. Laganà Concetto 

 

Gli imputati in abbreviato 

  1. Antonino Caridi 
  2. Giuseppe Libri  
  3. Gianpaolo Sarica 
  4. Antonio Zindato 
  5. Giuseppe Serranò 
  6. Giuseppe La Porta  
  7. Antonio Presto 
  8. Pasquale Repaci