Nei giorni scorsi sono stati arrestati in Svizzera due soggetti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare emessa nello scorso mese di agosto 2020, nell’ambito dell’inchiesta “Imponimento”, che ha riguardato la cosca “Anello-Fruci”, operativa nelle province di Vibo Valentia e Catanzaro, con base logistica in Filadelfia (Vibo Valentia), con importanti ramificazioni in territorio estero, segnatamente in Svizzera, le cui indagini, dirette e coordinate dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, sono state condotte dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza di Roma.

L'inchiesta Imponimento

In particolare tra i mesi di luglio e agosto del 2020 era stata data esecuzione, in una prima fase al fermo di indiziato di delitto nei confronti di 74 indagati e successivamente alla ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di 75 indagati.

Gli arresti in Svizzera

Nei confronti delle persone arrestate nei giorni scorsi, pur rientrando tra i destinatari dell’ordinanza di applicazione di misura coercitiva, non era stata eseguita la misura cautelare in quanto residenti in Svizzera e, per tale motivo, la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha avviato tutte le necessarie iniziative finalizzate all’arresto dei due indagati residenti all’estero. A tal fine, nel corso dei mesi sono stati mantenuti continui contatti con le autorità svizzere, tramite gli investigatori del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e del personale della Polizia federale (Polfed).

La coordinazione tra autorità

Nella giornata di martedì 15 giugno, quindi, è stata eseguita l’attività finalizzata all’arresto, ai fini estradizionali verso l’Italia, dei due indagati, mediante il coordinamento in Svizzera dall’Ufficio federale di Giustizia e dalla Polizia federale con il supporto delle polizie dei Cantoni del Ticino e di Argovia, in stretto raccordo con il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Scip) della Direzione centrale della Polizia Criminale, nell’ambito del più ampio Progetto I-Can (Interpol cooperation against ‘ndrangheta) promosso dall’Italia insieme al segretariato generale dell’Oipc Interpol di Lione, e con la Guardia di Finanza.

I reati contestati

In particolare, la persona residente a Grancia (Canton Ticino) è indagata per associazione mafiosa e trasferimento fraudolento di valori ed è risultato tra i soggetti di riferimento della organizzazione in terra elvetica, nonché prestanome dell’esponente di vertice della cosca, in relazione a una iniziativa imprenditoriale che si sarebbe dovuta impiantare a Filadelfia.

L’altra persona, trasferitosi dal 2018 a Spreitenbach (Cantone Argovia) in Svizzera, è indagata per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, coinvolto in alcune vicende relative alla coltivazione di marijuana in Calabria, riferibili sempre alla locale di Filadelfia. Nel frattempo, nel procedimento “Imponimento” è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio per 147 responsabili e lo stesso è allo stato in fase di trattazione all’udienza preliminare.