Nelle carte dell'indagine della Procura di Paola sul presidente della Sampdoria lo sfogo della 48enne, coinvolta negli affari di famiglia e finita agli arresti domiciliari
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L’inchiesta sull’ormai ex numero uno della Sampdoria, Massimo Ferrero, è un vero e proprio terremoto giudiziario. Nelle carte d’indagine, gli inquirenti annotano ogni cosa, ogni movimento, la vita dell’imprenditore viene passata al setaccio, così come le quattro società con sede in Calabria, per le quali si è dichiarato il dissesto. I conti non tornano, il balletto dei movimenti finanziari non convince i giudici, che autorizzano le intercettazioni telefoniche ambientali e captano ogni sillaba. Mentre le banche chiamano per fermare l’emorragia di fondi, mentre il mondo sembra sprofondare sotto i suoi piedi, l’ex presidente blucerchiato ha un pensiero su tutti: comprare una Ferrari. Che si materializza da lì a poco, tra lo stupore generale dei suoi collaboratori.
Nel frattempo i debiti delle società aumentano, ma nessuno ferma lo scempio. Il pm che coordina l’indagine ipotizza la bancarotta fraudolenta, reato per il quale sono previsti fino a dieci anni di carcere, e una serie di altri reati finanziari da spartirsi, a vario titolo, con gli altri indagati. Tra questi c’è anche la figlia, Vanessa Ferrero, 48 anni, coinvolta negli affari di famiglia e finita agli arresti come il padre, ma ai domiciliari. Nelle conversazioni captate, c’è tutta la rabbia e la lucidità di una donna che sapeva perfettamente come sarebbe andata a finire.