Una vera e propria compravendita di titoli e master con condotte in atto, fra soldi consegnati in bottiglie di rhum, dazione di costosi cellulari, autoriciclaggio, attestazioni false per il Tribunale del Riesame di Vibo, certificazioni mediche ritenute fasulle dagli inquirenti e concorsi “manovrati”.  Fra i capi d’imputazione uno riguarda il reato di corruzione mosso in concorso a Maurizio Piscitelli (ispettore del Miur e provveditore agli studi), Davide Licata, Dimitri Licata, Jgor Licata, Christian Piscitelli, Carmine Caratozzolo, Michele Licata (preside dell’Accademia Fidia)  e Michela Licata. In particolare, gli indagati per il tramite dell’Accademia Fidia e della S.s.m.l. “Don Calarco” di Catona, sono accusati di aver elargito 300 attestazioni per master mai frequentati (150 master per ciascun istituto) a Christian Piscitelli affinchè questi “li vendesse onde consegnare il ricavato a Maurizio Piscitelli al fine di ottenere la disponibilità dello stesso a compiere atti contrari ai suoi doveri”. Secondo gli inquirenti, poi, Maurizio Piscitelli avrebbe ricevuto da Michele Licata, Davide Licata, Dimitri Licata e Jgor Licata la somma di duemila euro occultata in una bottiglia di rhum consegnata in un bar sito a Lamezia Terme. L’accordo corruttivo sarebbe stato stipulato fra Davide Licata e Maurizio Piscitelli. Travalicando gli stessi accordi corruttivi stipulati in precedenza, Maurizio Piscitelli si sarebbe fatto consegnare nell’ottobre scorso da Carmine Caratozzolo, socio della S.s.m.l. “Don Calarco” di Catona, anche un telefono cellulare del valore di 800 euro.

Atti falsi per evitare il sequestro del denaro

Le “manovre” di alcuni indagati non si sarebbero però fermate qui. All’atto dell’arresto di Davide Licata e Rossella Marzano nel luglio scorso per il ritrovamento di un arsenale di armi, i carabinieri avevano infatti sequestrato pure la somma di 202.720,00 euro. Somma ritenuta il provento dell’attività illecita dell’Accademia Fidia per riottenere la quale Michela e Dimitri Licata avrebbero predisposto atti falsi destinati al Tribunale del Riesame di Vibo Valentia ed in particolare 173 fatture al fine di dimostrare la provenienza lecita del denaro e determinare così il dissequestro poi effettivamente avvenuto. Tale condotte costano a Michela Licata e Dimitri Licata l’accusa di frode processuale.

Abuso d’ufficio e falsità ideologica in atti pubblici i reati contestati a Michele Licata, Jgor Licata e Carlo Pugliese, 69 anni, di Spilinga. In particolare, Jgor Licata avrebbe ricevuto una richiesta di rilascio dell’attestato Lim da parte di Carlo Pugliese trasmettendolo al padre Michele Licata affinchè lo stesso – quale preside dell’Accademia Fidia di Stefanaconi – provvedesse nel luglio scorso a redigere una falsa attestazione a favore di una richiedente (una donna) ancora da identificare.

Stesse false attestazioni (24 crediti necessari per l’insegnamento) anche per altro richiedente in via di identificazione e che costano le medesime accuse (concorso in abuso d’ufficio e falsità ideologica) pure per Patrizia Fazzari, Michele Licata e Jgor Licata, mentre altro capo d’imputazione per gli stessi reati interessa Michele Licata, Jgor Licata e Giovanni Procopio, 71 anni, di Montepaone (rilascio attestazioni Lim, Tablet, Ecdl e dattilografia). Diversi i soggetti ancora da identificare in tali casi, mentre in altri capi di imputazione per i reati di abuso d’ufficio e falsità ideologica in atti pubblici  sono indagati pure Rossella Marzano (moglie di Davide Licata), Christian Piscitelli, Davide Licata, Michele Licata, Domenico Carrozzo, 42 anni, di Tropea, Vincenzo Giovinazzo, 34 anni, di Cinquefrondi, Carmine Caratozzolo, Dimitri Licata, Michele Licata, Domenico Califano, 39 anni, di Reggio Calabria, Paolo Tittozzi, 75 anni, di Roma, Pasquale Sorrentino, 49 anni, di Formia, gli ultimi due presidenti della “Fondazione Sviluppo Europa”.

Il concorso per l'ufficio scolastico regionale

È una specifica vicenda che vede indagati per concorso in corruzione: Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli, funzionario del Miur e componente della Commissione relativa al “concorso per il conferimento di tre incarichi dirigenziali con funzioni tecnico-ispettive” dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria; Maria Rita Calvosa, 59 anni, di Latina, direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale della Calabria e presidente della Commissione; Giovanni Carbone, 60 anni, di Bagnara Calabra, partecipante al concorso e che si sarebbe relazionato, secondo l’accusa – su indicazione di Maurizio Piscitelli – con dirigenti centrali del Miur sfruttando anche collegamenti di tipo massonico, al fine di far ottenere alla Calvosa il trasferimento con ruolo dirigenziale a Roma, sua città di origine, in cambio dell’ottenimento del superamento del concorso pubblico”. Secondo l’accusa, Maria Rita Calvosa avrebbe accettato (periodo antecedente al novembre scorso) la promessa fattale da Piscitelli relativa al suo trasferimento a Roma con incarico dirigenziale, a fronte del compimento di un atto contrario ai doveri del suo ufficio consistenti nel consentire a Carbone di superare la prova concorsuale. L’avanzamento dal settimo al quarto posto di Carbone nella graduatoria concorsuale e una serie di manovre per passare al terzo posto costano a Maurizio Piscitelli ed allo stesso Carbone anche l’ulteriore accusa di concorso in abuso d’ufficio.

Le contestazioni per la dottoressa Bax

Concorso in corruzione è l’accusa che vede indagati Davide Liacata e Incoronata Bax, 68 anni, di Vibo Valentia La dottoressa, in qualità di medico dell’Asp di Vibo, avrebbe compiuto un atto contrario ai suoi doveri d’ufficio, “rilasciando a Davide Licata – al fine di lucrare la mancata prestazione della propria attività lavorativa – falsi certificati medici attestanti svariate patologie, su indicazione dello stesso e senza svolgere – secondo l’accusa – alcuna preventiva visita medica, ricevendo in cambio, fra l’altro, l’utilità consistita nell’attestazione di dattilografia ed un diploma per il figlio, Borello Mauro, per mezzo dell’Accademia Fidia”. La data di commissione dell’ipotesi di reato è ricompresa fra il 18 febbraio dello scorso anno e l’1 giugno 2020.

Il reato di falso per Rossella Marzano

Rossella Marzano, 46 anni, di Vibo Valentia è anche indagata anche per il reato di falsità ideologica in atto pubblico in quanto all’interno della dichiarazione sostitutiva di certificazione relativa al contratto di assunzione all’istituto comprensivo “Jerace” di Polistena avrebbe attestato di “non essere a conoscenza di essere sottoposta a procedimenti penali”, pur trovandosi sottoposta al regime degli arresti domiciliari dal luglio scorso a seguito del ritrovamento dell’arsenale di armi nell’abitazione di Stafanaconi occupata insieme al marito Davide Licata.

L'accusa di autoriciclaggio

Il reato di autoriciclaggio per aver impiegato e sostituito in varie società il denaro e le utilità provenienti dai delitti viene contestato a Michele Licata, Davide Licata, Jgor Licata, Dimitri Licata, Michela Licata, Carmine Caratozzolo, Maurizio Piscitelli, Christian Piscitelli e Rossella Marzano.
In particolare, le società all’interno delle quali venivano impiegate le somme provenienti dal delitto e riferibili, secondo l’accusa, agli indagati sono: “Licata Srvizi srl -unipersonale”; Fondazione Accademia di Belle Arti Fidia; Accademia di Belle Arti Fidia srl; impresa individuale intestata a Davide Licata; “L & Malta Formazione srls”; impresa individuale di Michela Licata; Aaccademia di Belle Arti Fidia Sas – Ente di promozione Arte di Licata Dimitri, Maria Giorgia”;

Politecnico Internazionale “Scientia et Ars” – società consortile a responsabilità limitata; Liceo d’Arte – Istituto d’Arte Fidia Sas di Licata Jgor Vincenzo”; Liceo Artistico Giacomo Balla srl; Euroforma 3.0 – società cooperativa a responsabilità limitata- ente di formazione”; Istituto scolastico paritario Guglielmo Marconi – società cooperativa sociale a responsabilità limitata; Scuola per Mediatori linguistici ed inter culturali Don Domenico Calarco – ente del terzo settore; impresa individuale di Carmine Caratozzolo; C.R.I.S.M.A. – società a responsabilità limitata semplificata; Dioscuri – società a responsabilità limitata; impresa individuale di Piscitelli Maurizio.

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